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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Detenuti a servizio dei poveri. Un progetto tra Caritas e penitenziario

Si chiama "70volte7" ed è finalizzato all'inserimento socio lavorativo di un gruppo di persone ristrette nel carcere di Borgo San Nicola e alle quali verrà consentito di trascorrere parte della giornata fuori dall'istituto di pena, impiegati in attività di assistenza ai bisognosi

LECCE – Un gruppo di detenuti a servizio dei più bisognosi. E’ stato siglato oggi  “70volte7”, progetto mirato all’inserimento socio-lavorativo di un gruppo di persone ristrette in carcere che si metterà a disposizione delle attività della Caritas diocesana e della Fondazione Madonna di Roca.

A regime, dopo un periodo sperimentale, “70volte7” prevede la progettazione esecutiva (tramite una prima esperienza pilota), l’avvio e conseguente gestione di un “Centro sociale rieducativo per detenuti” costituito ai sensi legge regionale numero 19 del 10 luglio del 2006; dunque detenuti definitivi “a cui venga consentito di trascorrere parte del giorno fuori dall’istituto di pena, per partecipare ad attività lavorative, istruttive e comunque utili al reinserimento sociale”.

Il centro si propone, in particolare, di realizzare un percorso per i detenuti inspirato ai principi della valenza rieducativa e di promozione sociale del volontariato, rielaborazione dei vissuti personali al fine di costruire nuovi percorsi valoriali, promozione della crescita culturale, sviluppo del senso e della cultura della legalità, accompagnamento e assistenza delle famiglie e delle corrette dinamiche interne.

All’incontro di presentazione del progetto hanno partecipato l’arcivescovo di Lecce e presidente della Caritas diocesana, Monsignor Domenico Umberto D’Ambrosio, il direttore della casa circondariale di Lecce, Antonio Fullone,  il presidente della Fondazione Madonna di Roca, don Elvino De Magistris, il direttore dell’ufficio Esecuzione penale esterna di Lecce, Patrizia Calabrese, il presidente di sorveglianza di Lecce, Silvia Maria Dominioni. Presenti all’incontro anche il direttore della Caritas diocesana, don Attilio Mesagne, il cappellano don Sandro D’Elia e numerosi collaboratori delle diverse istituzioni coinvolte. 

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