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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Il Tribunale del Riesame chiude il cerchio: Miccolis non doveva essere arrestato

Per l'ex direttore generale dell'Università del Salento, accusato di tentata concussione, due mesi di interdizione dai pubblici uffici sarebbero stati una sanzione adeguata. L'avvocato Montinaro: "Incredibili i provvedimenti di Tribunale e Procura"

LECCE – Due mesi di interdizione dai pubblici uffici avrebbero rappresentato la sanzione adeguata per Emilio Miccolis. Non un giorno di più né, tantomeno, gli arresti domiciliari ai quali è stato ristretto per quasi tre mesi l’ex direttore generale dell’Università del Salento, a partire dal 15 giugno scorso, con l’accusa di tentata concussione. Base del provvedimento le presunte pressioni che l’alto dirigente avrebbe esercitato su due sindacalisti che però hanno registrato le conversazioni incriminate.

Il 1 luglio il Tribunale del Riesame rigettò il ricorso presentato dagli avvocati Viola Messa e Daniele Montinaro.  Il 3 settembre venne revocata la misura detentiva, ma fu disposta l’interdizione per sei mesi da qualsiasi attività in seno alla pubblica amministrazione. Allo scadere dei due mesi però, il giudice per le indagini preliminari, Antonia Martalò, dispose l’inefficacia dell’interdizione essendo trascorso, come rilevato dai legali di Miccolis, il limite massimo temporale previsto dalle leggi.  Successivamente è intervenuta, sia sulla questione degli arresti domiciliari che su quella dell’interdizione, la Suprema Corte che ha cassato con rinvio le relative ordinanze. E oggi si registra l’adeguamento del Tribunale del Riesame che ha recepito il giudizio della Cassazione.

Emilio Miccolis-9L’occasione è propizia perché i legali dell’ex direttore generale partano al contrattacco: “Esprimo viva soddisfazione – ha commentato Daniele Montinaro - per l’esito positivo di un impegnativo lavoro portato avanti insieme alla collega Viola Messa. Il dottor Miccolis ,come da noi sostenuto in più passaggi, non andava arrestato e né poteva subire sei mesi di interdizione. I provvedimenti richiesti dalla Procura e messi in atto dal Tribunale avevano dell’incredibile alla luce dei presupposti sui quali erano stati emessi. Sono emerse prepotentemente le forzature che purtroppo hanno caratterizzato la procedura sino ad oggi. Attendiamo la conclusione delle indagini preliminari a carico del dottor Miccolis fiduciosi che sia interesse di tutti che si faccia piena luce sulla vicenda”.

Dinanzi alla sezione Lavoro della Corte d’Appello di Lecce ed innanzi al Consiglio di Stato pendono infatti due ricorsi. Il primo per il reintegro di Miccolis che ha chiesto anche 600mila euro di risarcimento, il secondo per annullare il bando con il quale è stata aperta la procedura di selezione per la nomina del nuovo direttore dell’ateneo.

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