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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Protesi e mazzette, l’ex funzionaria Asl di Lecce ammette ogni addebito e fa altri nomi

Carmen Genovasi, al centro dell’inchiesta “Buste Pulite”, si è assunta ogni responsabilità durante il processo in “abbreviato” che la vede imputata con il rappresentante di una ditta impegnata in tecnologie ortopediche

LECCE - Si è assunta ogni responsabilità l’ex responsabile amministrativo del settore Assistenza protesica dell’Asl di Lecce Carmen Genovasi, 46 anni, finita al centro dell’inchiesta “Buste pulite”: ha ammesso di aver ricevuto mazzette, favori e regali, in cambio dell’assegnazione diretta ad alcune imprese dell’incarico di fornire ausili medici, ignorando così il diritto di scelta del paziente ed escludendo altri operatori.

Lo ha fatto in cui lungo memoriale depositato (attraverso gli avvocati Sabrina Conte e Stefano De Francesco) lo scorso 17 marzo alla giudice Cinzia Vergine, dinanzi alla quale è in corso il processo con rito abbreviato che vede imputato anche Giuseppe Bruno, 57 anni, residente a Galatina, il rappresentante di una ditta leccese impegnata in tecnologie ortopediche.

I due furono arrestati in flagranza lo scorso giugno, dopo che i militari della guardia di finanza del Nucleo di polizia economico finanziaria riscontrarono la consegna di una bustarella di 850 euro.

Il processo si era aperto proprio con l’interrogatorio dell’uomo che aveva dichiarato di aver assecondato le richieste di denaro e regalie della donna, perché fresco del nuovo lavoro, aveva paura di essere ostacolato.

Stando al racconto messo nero su bianco da Genovasi, però, sarebbero stati spesso gli stessi rappresentanti a cercarla in più occasioni. Insomma, oltre al suo ruolo avuto nella vicenda, la donna ha chiarito quello di tutte le persone che si recavano nel suo ufficio, e non solo di coindagati nello stesso procedimento come Bruno, ma presumibilmente anche di medici compiacenti.

C’è tutto questo nel memoriale finito all’attenzione del giudice e rispetto al quale i difensori del rappresentante, gli avvocati Carlo Caracuta e Luigi Rella, avevano chiesto il controesame dell’imputata, al quale però ieri hanno rinunciato.

La sentenza è attesa per l’8 giugno, dopo le discussioni dei pubblici ministeri Massimiliano Carducci e Roberta Licci, degli avvocati difensori e di parte civile (Massimo Manfreda per la Asl).

E’ già noto invece l’esito processuale per le altre due persone coinvolte nella stessa inchiesta che il 10 marzo scorso hanno patteggiato le pene con il giudice Simona Panzera: Pietro Ivan Bonetti, 71 anni, di Lecce, legale rappresentante di una società di supporti di tipo audiometrico, tre anni e mezzo di reclusione, e Monica Franchini, 49 anni, collaboratrice in “nero” di un’azienda, due anni, col beneficio della pena sospesa.

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