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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Protesta all'estremo: precari dell'Asl in cima ai tetti

I lavoratori e gli infermieri dell'Asl, dopo una settimana di occupazione, salgono adesso sui tetti dell'azienda per rivendicare l'internalizzazione. Urgente la convocazione di un tavolo prefettizio

LECCE - E' una protesta lunga ed esasperante che ancora attende risposte, culminata oggi nella sua forma più estrema: l'occupazione dei tetti della Asl di Lecce. Una sfida contro il freddo pungente e contro l'indifferenza delle istituzioni che, parole a parte, a loro dire, non hanno ancora fatto nulla per risolvere la vertenza dei precari dell'azienda sanitaria salentina.

Loro sono un centinaio e da una settimana occupano i locali della direzione sanitaria per rivendicare la fine di quelli che vedono come giochi di potere compiuti sulla loro pelle. O meglio, sui loro stipendi. Ma soprattutto non ci stanno ad aspettare l'ennesima risposta su carta, dopo i due ricorsi già vinti presso il Tar e il Consiglio di Stato.

Innanzitutto perché, a febbraio, la Corte costituzionale potrebbe dichiarare la sua contrarietà al processo di internalizzazione nella sanità pugliese che la Regione ha faticosamente tentato di portare avanti. E poi perché -ripetono- la parte relativa alle internalizzazioni non influisce sui tetti di spesa, ma, anzi, produce un risparmio per le casse regionali: quindi non ha a che vedere con il piano di rientro sanitario firmato dal presidente della Puglia, Nichi Vendola.

"Nonostante la richiesta inviata alle parti politiche e ai ministri, al presidente del Consiglio, al presidente Vendola, al prefetto di Lecce, non si è mosso ancora nulla e non è stato convocato neppure un tavolo prefettizio - dichiara Gianni Palazzo, segretario Usb-Rdb -, ma soprattutto questo Paese funziona a due velocità: per qualcuno le sentenze si applicano in attesa della pronuncia della Corte costituzionale, mentre questi lavoratori sono costretti a fermarsi e ad aspettare il giudizio di febbraio".

A far compagnia ai lavoratori assunti dalle ditte appaltatrici della Asl, sui tetti ci sono anche gli infermieri precari: molti già sono tornati a casa e altri attendono la scadenza imminente del proprio contratto semestrale. Dopo, il nulla.

Nessun accenno alla loro condizione nel documento consegnato alle autorità dai sindacati, in cui si richiede la modifica del piano di rientro per la parte che riguarda le internalizzazioni, "ma ne preparemo al più presto un altro perché anche gli infermieri meritano di ricevere risposte riguardo il loro futuro - assicura Palazzo - e ci dovrebbero anche spiegare come intendono far funzionare la sanità senza personale medico, a causa del blocco del turn over imposto, ancora una volta, dal Governo nazionale".

In mattinata anche una visita a sorpresa: quella del consigliere regionale del Pdl, Saverio Congedo "cui abbiamo chiesto di farsi portavoce, presso la sua parte politica, riguardo la necessità di sottoscrivere il documento elaborato dai sindacati", sostiente Antonella Perrone, segretaria provinciale della Uilt-Tucs.

"Temo che l'esasperazione dei lavoratori stia andando un po' oltre e ho avuto notizia che alcune ditte non stanno pagando loro neppure la tredicesima - sottolinea Dario Cagnazzo, segretario provinciale Fsi -; è necessario che il prefetto intervenga immediatamente convocando un tavolo tecnico, vista la disponibilità manifestata da tutte le parti politiche di risolvere insieme questa situazione".

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