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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Caos in ateneo. Sul piede di guerra anche i collaboratori e gli esperti linguistici

I sindacati hanno proclamato lo stato d'agitazione a causa della disdetta "unilaterale" del contratto integrativo ancora in vigore. "E' la prima volta che si verifica un evento del genere. Grave vulnus nelle relazioni sindacali

LECCE - Potrebbe essere lo sciame sismico dopo il terremoto che ha scosso le fondamenta dell’Università del Salento. Sul piede di guerra ora ci sono anche i collaboratori ed esperti linguistici dell'Ateneo, che hanno proclamato lo stato d’agitazione. La notizia arriva dalle Rsu e dalle sigle sindacali Flc Cgil, Cisl, Uil Rua, Snals che spiegano come, “nel corso della seduta del 23 ottobre, il Consiglio d’amministrazione, con cinque membri presenti tra cui due studenti ed il rettore, su proposta dello stesso Domenico Laforgia ha deciso di ridurre drasticamente la quota integrativa della retribuzione dei suddetti lavoratori prevista dal contratto integrativo d' ateneo ancora in vigore”. Il tutto senza “un confronto con le parti sociali”.

Questa decisione, aggiungono i sindacati, è stata adottata sulla base di una interpretazione della riforma Gelmini che non avrebbe tenuto conto del fatto che gli ex elettori di madre lingua e i cosiddetti “cel” svolgono le stesse mansioni. Ciò nonostante questi ultimi subiranno “un'ingiusta discriminazione economica”.

La denuncia è forte: “Per la prima volta in questo ateneo, e probabilmente anche rispetto al quadro nazionale, è stata decisa la disdetta unilaterale di un contratto collettivo decentrato. E' la prima volta che non si ha nemmeno la sensibilità di informare preventivamente la controparte sindacale ed i lavoratori coinvolti. Anziché giungere a questa scelta, l'amministrazione avrebbe potuto avviare da tempo il confronto per tentare di individuare una soluzione che non danneggiasse i lavoratori e permettesse di non creare assurde discriminazioni”.

Queste le considerazioni a margine della vicenda: “Le organizzazioni sindacali ed Rsu sono state informate solo a distanza di quasi 20 giorni dalla deliberazione del Cda; determinazioni così delicate sono state assunte solo da 5 membri, e da ciò si deduce che sarebbero sufficienti il rettore e 2 studenti anche per deliberare un bilancio di previsione o una programmazione triennale. Quali garanzie offre una situazione di questo genere?”.

“È alquanto anomalo che i rappresentanti degli studenti si siano sentiti liberi di assumere decisioni di tale portata, senza acquisire il parere dei lavoratori interessati o di chi li rappresenta. – aggiunge la nota sindacale - Sembra contraddittorio peraltro che gli stessi rappresentanti degli studenti abbiano votato a favore di una deliberazione chiaramente penalizzante per una categoria di lavoratori la cui attività è fortemente voluta ed apprezzata proprio dagli studenti”. La disdetta unilaterale di un contratto integrativo da parte dell'amministrazione universitaria potrebbe costituire, quindi, “un gravissimo vulnus per le relazioni sindacali”.

 

 

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