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Cronaca Porto Cesareo

Pugni in faccia al proprietario della tenuta per sottrarre una giara: presi

Davide Cirfeta, 22enne di Veglie, e Antonio Madonato, 46enne di Copertino, fermati dai carabinieri della stazione di Porto Cesareo. Rispondono di rapina impropria. Il primo, per agevolare la fuga, dopo essere stato raggiunto dalla vittima, ha sferrato alcuni cazzotti, raggiungendo il complice in auto

PORTO CESAREO – Due pugni in faccia per trovare una via di fuga. E così il furto si trasforma in rapina. E per rapina (impropria) sono infatti finiti in arresto Davide Cirfeta, 22enne di Veglie, e Antonio Madonato, 46enne di Copertino, ma al momento domiciliato proprio presso il complice. A fermarli sono stati i carabinieri della stazione di Porto Cesareo, per un episodio avvenuto in una tenuta che sorge lungo la provinciale Nardò-Avetrana.

La vittima, questa mattina, passando nei pressi della sua tenuta, ha notato la presenza di due sconosciuti e s’è avvicinato per capire cosa stessero facendo. Appena s’è accorto che dal giardino era sparita una giara ornamentale di grandi dimensioni, ha allungato il passo, riuscendo a raggiungere uno dei due, che stava cercando di allontanarsi dopo aver scavalcato una recinzione.

CIRFETA.DAVIDE-2Nel tentativo di bloccare il ladro, quest’ultimo ha reagito, sferrandogli un paio di pugni al volto e riuscendo a divincolarsi. Il proprietario della tenuta è riuscito per a vederlo mentre saliva a bordo di un’utilitaria Fiat condotta da un altro uomo. Annotata la targa del veicolo, ha avvisato i carabinieri che, grazie a quel dettaglio e alla descrizione fisica, hanno avviato le indagini.

MADONATO.. ANTONIO-2Ottenute altre informazioni da militari di Veglie, le ricerche si sono indirizzate in questo comune. In casa, però, i due non c’erano. I carabinieri alla fine li hanno individuati mentre erano in giro per le vie. Fermati e condotti in caserma, la vittima ha subito riconosciuto in Cirfeta l’aggressore.

Scattata anche la perquisizione domiciliare, la giara è saltata fuori ed è tornata nelle mani del legittimo proprietario. Cirfeta e Madonato sono così stati accusati di rapina impropria, cioè di aver usato violenza subito dopo la sottrazione della refurtiva per potersela assicurare. Entrambi sono finiti ai domiciliari.

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