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Cronaca Porto Cesareo

Sfonda la roccia per prendere datteri, fugge all’arrivo della guardia costiera

Sequestrati a Punta della Suina 3 chili di molluschi, pinza e mazzetta. E a Porto Cesareo, denunciato un uomo che pescava nell'Amp

LECCE – Tanto prelibati, quanto vietati. Perché, per servirli in tavola, non c’è altro modo se non quello di sradicarli, nel vero senso sella parola, dalle rocce alle quali sono tenacemente aggrappati, distruggendo fondale roccioso e habitat. Sono i datteri di mare che qualcuno, questa mattina, armato di pinza e mazzetta, aveva pensato bene di portare via. Gli è stato impedito dall’arrivo della guardia costiera. Anche se è riuscito comunque a svignarsela, scampando alle conseguenze penali che possono essere anche gravi. Può scattare persino l’arresto in flagranza, come accadde una volta, proprio nel Salento, nel luglio del 2014.

È stata una segnalazione a mettere in moto la guardia costiera di Gallipoli: movimenti sospetti in acqua verso Punta della Suina, nota località del litorale. Una volta sul posto, hanno trovato in acqua 3 chilogrammi di datteri di mare (Lithophaga lithophaga) e gli attrezzi utilizzati per il prelievo. È più che probabile che il pescatore di frodo si sia accorto dell’arrivo dei militari, dovendo così abbandonare tutto per allontanarsi in fretta e in furia.

I datteri di mare – ricordano dalla Capitaneria di porto - appartengono a una specie protetta, in quanto molluschi che, perforando le rocce sul fondale marino, impiegano tempi lunghissimi per raggiungere la lunghezza anche solo di pochi centimetri. La pesca dei datteri di mare, che è vietata dalla legge e prevista come reato, come pure lo sbarco, la detenzione e il commercio, comporta la frantumazione della roccia per poter estrarre il mollusco dal suo alloggiamento, e questa pratica provoca la distruzione dell’habitat e di tutto l’ecosistema marino costituito dal fondo roccioso, con perdita irrimediabile di biodiversità.

Per assicurarseli, il pescatore di frodo ha utilizzato una pesante mazzetta e delle pinze di metallo per estrarre ogni mollusco dalla roccia, arrivando così a deturpare, probabilmente, diversi metri quadrati di fondale. I militari hanno sequestrato i datteri e l’attrezzatura. Informata del rinvenimento, l’autorità giudiziaria ha convalidato il sequestro dei datteri, che a seguito del nulla osta del medico veterinario, sono stati distrutti.

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Non è tutto. Nella stessa mattinata, in collaborazione con i militari della guardia costiera di Torre Cesarea, è stata anche sequestrata una rete da posta di circa 50 metri, utilizzata da un pescatore sportivo davanti alla spiaggetta San Nicola, a Sant’Isidoro (marina di Nardò), all’interno della Zona A dell’Area marina protetta di Porto Cesareo.

I militari, intervenuti sul posto, dopo averlo individuato grazie all’attività di monitoraggio effettuata tramite il sistema di videosorveglianza in dotazione al Consorzio dell’Amp, hanno sorpreso l’uomo che, incurante della normativa che disciplina il settore, era intento in attività di pesca in area di riserva integrale. Si tratta di un neretino che è stato denunciato a piede libero. La rete è stata posta sotto sequestro penale.

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