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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Porto Cesareo

Punta Grossa Srl: non ci fu evasione di Iva per oltre 1 milione di euro

La commissione tributaria ha rigettato l'appello dell'Agenzia delle entrate: il conferimento fu di un ramo d'azienda

LECCE – La sezione leccese della Commissione tributaria regionale ha confermato la correttezza dell’azione di Punta Grossa Srl sul caso che vede al centro il noto resort di Porto Cesareo, rigettando l’appello proposto dall’Agenzia delle entrate. La vicenda riguardava un avviso di accertamento per il 2007, contestando il mancato versamento d’Iva per poco più di 1 milione e 300mila euro.

Tutto annullato durante una prima sentenza, dopo la quale il fisco non si è arreso, avanzando un appello che, però, è stato rigettato. I giudici tributari, infatti, accogliendo le tesi dell’avvocato Maurizio Villani per conto della società, hanno confermato che, in quel periodo, furono realizzati prima un normale conferimento di un ramo d’azienda e dopo le cessioni di quote di una multiproprietà azionaria alberghiera. Il fisco aveva avanzato la pretesa, sostenendo, piuttosto, che si fosse realizzata una cessione di immobili e non di azienda da parte della Figc Srl alla Punta Grossa Srl.

Tutto è nato in seguito a una verifica fiscale della guardia di finanza di Gallipoli sulla costruzione e la vendita di complessi turistico-residenziali realizzati dalla Figc Srl. I finanzieri, dopo controlli svolti fra il 2009 e il 2010, contestarono l’omessa fatturazione d’Iva, e quindi l’evasione, sostenendo che il conferimento dovesse essere ritenuto di immobili e non d’azienda.   

Andando indietro nel tempo, la Figc Srl ottenne nel luglio del 2003 il permesso di costruire, dal Comune di Porto Cesareo, nella zona A un albergo tradizionale e nella B nove fabbricati composti da dodici appartamenti ciascuno, più viali, parcheggi, impianti sportivi e piscina. Un paio d’anni dopo fu edificato il comparto B, con la stipula di 108 contratti preliminari. Ma, in seguito a vicissitudini giudiziarie, non potendo stipulare i contratti definitivi, la Figc Srl decise di conferire un ramo d’azienda, composto da 108 appartamenti, a una società di nuova costituzione. Appunto, la Punta Grossa Srl. In questo modo, fu sostituito il trasferimento delle unità immobiliari promesse con la cessione di quote di una multiproprietà azionaria.

La guardia di finanza intervenne nella vicenda, con varie contestazioni, ma per quanto concerne la Punta Grossa Srl, la commissione, preso atto della varia documentazione, comprendendo in questa anche la perizia per conto della Procura per il processo penale pendente, ritiene che non si possa parlare di semplice cessione di immobili, ma che debba essere riconosciuta quella d’azienda, con tutti i risvolti normativi e fiscali che ciò implica. Richiamando, in tal punto, anche sentenze della Cassazione.

In fin dei conti, va detto che, correggendo gli stessi finanzieri, che identificarono gli immobili come unità abitative, assoggettandoli all’Iva del 10 per cento, l’Agenzia delle entrate si espresse ritenendo che dovessero essere classificati come D2 (residenze turistico-alberghiere), alzando la soglia al 20 per cento. Così facendo, riconoscendo, in buona sostanza, l’unitarietà dell’azienda e la sua destinazione. Ergo, la commissione ha ritenuto che sia stata corretta l’applicazione dell’imposta di registro e che non vi debba essere assoggettamento all’Iva.

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