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Cronaca Otranto

Punta Palascìa, incendio intorno alla base militare

Un vasto rogo si è sviluppato intorno alla suggestiva località di Otranto. Operazioni di pompieri e forestale rese difficili dal vento. Sul posto un elicottero della Protezione civile dalla Basilcata

Palascia ha preso fuoco, e ora si contano i danni. Circa 30 ettari di terra, fra sterpaglie e bassa macchia, sono rimaste incendiate tutt'intorno alle basi militari della Marina e dell'Aeronautica. Allo sguardo si apre un immenso orizzonte di sterpaglie fumanti che cadono a picco sul mare. Puzza di fumo e catrame si percepisce nel soffio forte della tramontana otrantina: i polmoni si riempiono di fuliggine. La marina militare, in modo particolare, ha temuto il peggio: le fiamme sono state avvistate stamattina intorno alle 10,30, quindi, oltre un'ora e mezzo prima rispetto alle prime indiscrezioni. Ma il fuoco a quell'ora era già alto ed il forte vento ne ha assecondato l'espansione, facilitandola. La struttura militare, in men che non si dica, è stata sommersa da un'impressionante colonna di fumo. Punto di partenza dell'inferno è stata quasi certamente una zona costiera, immediatamente a ridosso della Baia dell'Orte: ma le fiamme i sono spinte sino a Porto Badisco.

Per domare l'incendio, nei suoi molteplici focolai, sono intervenute due squadre dei vigili del fuoco e del Corpo Forestale. Alle 14,30 la Protezione civile ha comunicato l'invio di un proprio elicottero speciale, con una pompa di risucchio ed una cisterna della capienza di circa 9mila litri di acqua. L'elicottero, arrivato in zona Palascia dalla Basilicata intorno alle 14,55, ha caricato tre volte la cisterna sorvolando l'area ed avendo la meglio sulle fiamme nel giro di trenta minuti. L'operazione è stata dichiarata conclusa alle ore 15,25. Sulle cause dell'incendio, i membri stessi della marina militare e delle forze impegnate nello spegnimento dell'incendio, hanno escluso fin da subito una possibile ritorsione da parte di qualche movimento antimilitarista, legato alla questione dell'allargamento della base su Punta Palascia.

Più attendibile, invece, l'ipotesi che qualche piromane abbia appiccato il fuoco, per uccidere le bestie selvatiche: l'episodio si iscriverebbe di fatto in fatto "tradizionale", che si perpetua annualmente e che con puntualità getta la zona di Palascia in uno stato di allerta. Questa volta, però, le fiamme, aiutate da un vento che correva ad una velocità di 28 nodi (circa 50 chilometri orari), si sono estese ben oltre ogni catastrofica previsione.

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