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Cronaca

Quel che resta di un'auto: il fenomeno dei furti e il mercato parallelo

Nel solo capoluogo si viaggia alla media di due-tre veicoli scomparsi al giorno. Per non parlare degli scooter. Le bande vengono da fuori provincia, specie dal Brindisino. E gli arresti non arginano il problema

LECCE – Ecco come si riduce un’auto rubata con lo scopo di rifornire il sempre florido mercato dei pezzi di ricambio. Quella in foto è una Ford Fiesta 1.4 TDI del 2009. Prima di finire nelle mani dei soliti ignoti, aveva percorso 160mila chilometri. Ora non potrà fare più nemmeno pochi centimetri. Di quello che fino a poche ore prima era un veicolo ancora prestante, resta solo uno scheletro spolpato. Un lavoro certosino, maniacale, quasi chirurgico. Ogni singolo accessorio che possa procurare soldi è stato smontato. E chissà se qualche sportello, uno specchietto, un sedile non siano in questo momento già in circolazione, montati su qualche altra Fiesta.

L’auto è stata rubata qualche settimana addietro a un leccese. I ladri l’hanno portata via dal parcheggio del cinema multisala “Medusa” di Surbo. E’ stata ritrovata in queste condizioni qualche giorno dopo. La carcassa era stata gettata in un canale nelle campagne intorno a Tuturano, frazione di Brindisi. E non è la prima volta che in quella zona vengano ritrovate auto rubate. O meglio, quel che ne resta.

Al momento non si conosce una cifra precisa per quantificare il fenomeno. Le denunce di furto sono raccolte di volta in volta, e principalmente, dai carabinieri (come nel caso in questione) o dalla questura. Il dato complessivo probabilmente è ancora da aggiornare, ma, secondo una stima ufficiosa, nella sola Lecce spariscono mediamente due o tre auto ogni giorno. Per non parlare degli scooter. A novembre le volanti di polizia riuscirono a evitare che ne fosse sottratto uno in via Braccio Martello, nel pieno centro del capoluogo, proprio di fronte alla farmacia “De Pace”. La banda si dileguò, ma uno di loro fu preso. Era un 16enne di Tuturano. Fu denunciato per un tentativo di furto aggravato.

Le forze dell’ordine conoscono bene l’origine di certi fenomeni. Nell’area di Brindisi esiste un circuito di veri e propri professionisti specializzati. Anche se non sempre la ciambella riesce col buco. Alla fine di gennaio è durata poche ore la sparizione dal concessionario leccese EmmeAuto di una Bmw serie 7, nuova di zecca. Grazie al satellitare, è stata ritrovata abbandonata lungo la strada per San Vito dei Normanni. Certo, quello è stato un colpo particolare.

IMG-20160210-WA0003-2Non è detto che la potente Bmw dovesse finire per forza in qualche carrozzeria abusiva per essere sventrata. Simili bolidi, per dirne solo una, rientrano spesso nelle rapine di una certa caratura. Una Bmw, per esempio, è stata impiegata per l’assalto sulla statale Bari-Brindisi a due portavalori della Cosmopol la cui destinazione ultima era proprio Lecce. Bmw furono usate anche per un altro celebre assalto (ma fallito), che risale al 2 gennaio del 2013, sulla Lecce-Maglie.  

Casi limite. Il colpo è quasi sempre dovuto a questioni più spicciolo. Molto più probabile, per dirne una, che fosse destinata al mercato nero, la Fiat Punto Evo che due mesagnesi e due oritani stavano cercando di sottrarre all’alba di ieri a Porto Cesareo. I poliziotti della squadra mobile leccese e del commissariato di Mesagne li hanno incastrati sempre grazie al Gps.

Ma sorprendere i ladri d’auto in flagranza è sempre molto difficile. Così com’è difficile capire quale sorte toccherà a ogni singola vettura. Un altro fenomeno sempre vivo, anche se forse poco denunciato, è quello dell’estorsione. Il cosiddetto “cavallo di ritorno”. Si possono attribuire a questa forma di crimine diverse autovetture rubate e rinvenute bruciate pochi giorni dopo, senza che siano state usate in qualche rapina o che ne siano state smontate parti. E in questo caso, vi sono soggetti specializzati anche in provincia di Lecce: basti pensare ad alcune recenti condanne, anche piuttosto pesanti, a copertinesi e neretini.

E’ però soprattutto il mercato parallelo del ricambio il vero motore del maggior numero di episodi. Un problema ormai radicato. E il guaio è che di giri molto vasti, che coinvolgono più province, è forse impossibile venirne a capo in modo definitivo. E così, il vasto giro d'affari continua a nutirsi. Anche perché per ogni arresto, c'è qualcuno pronto a subentrare. Quindi, si dovrebbe andare alla fonte di tutto per assestare almeno un colpo pesante.  

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