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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Surbo

"Raccogliamo cicorie". E invece rubavano cavi di rame

Finiscono agli arresti per furto di cavi di rame di proprietà della Telecom tre giovani, due di Veglie, l'altro di Surbo. Beccati dai carabinieri sulla strada per Torre Rinalda nel pomeriggio di ieri

SURBO - Ai carabinieri hanno raccontato che si trovavano lì per una scampagnata domenicale pomeridiana, una boccata d'aria in aperta campagna e giacché c'erano si erano dedicati alla ricerca di verdura spontanea. Ma la loro versione ai militari non avrebbe potuto reggere ma e poi mai. Anche perché, alla vista dei militari, i tre avrebbero tentato inutilmente la fuga.

Altro che cicorielle selvatiche. Gianni Dolce 32 anni e Daniele Leotta (34), entrambi di Surbo, e Pierfrancesco Caramuscio 25 anni, di Veglie, sono stati arrestati ieri pomeriggio per furto di cavi di rame di proprietà della Telecom. Durante il servizio di pattuglia per il controllo del territorio i carabinieri hanno notato i tre giovani lungo la provinciale tra Surbo e Torre Rinalda. E si sono insospettiti.

All'altezza di via Monticelli, infatti, uno di loro era intento a fare la vedetta, gli altri due invece erano a lavoro: avevano tagliato il cavo di rame con un seghetto per legare l'estremità ad una corda, che a sua volta era stata annodata ad una automobile. Chiaro lo scopo: tirare il cavo per farlo saltare giù dai pali ai quali era assicurato.

Alla vista dei militari, i tre hanno avrebbero tentato la fuga ma una volta raggiunti dai carabinieri hanno provato a giustificare la loro presenza con una scampagnata domenicale alla ricerca di erbe spontanee, versione che non poteva certo essere creduta.

Sul posto, infatti, ancora legato all'auto, i militari hanno rinvenuto 20 metri di cavo ed il successivo intervento dei tecnici della Telecom quantificava l'ammanco in altri 280 metri. Le successive perquisizioni, in collaborazione con i militari della stazione di Surbo, ha permesso di rinvenire arnesi e materiale vario utilizzati per recuperare il rame e numerosi frammenti di guaina per il rivestimento dei cavi già spellata o bruciata, frutto dei furti precedenti.

E così per i tre sono scattate le manette con l'accusa di furto aggravato e per loro si sono aperte le porte della casa circondariale di Lecce. Indagini aperte per risalire alla filiera dei furti di rame verso i centri di raccolta fuori legge, vero business di questa particolare forma di criminalità oramai diffusa in tutto il territorio nazionale.

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