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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Rapimento della bimba, un anno e otto mesi alla donna. Parte civile: "Pena troppo mite"

Valentina Piccinonno, di Lecce, arrestata a giugno scorso perché accusata di aver rapito una bambina di appena sei anni figlia di una coppia bulgara. Il complice sarà giudicato con il rito ordinario. Il legale: "Non sono ancora emersi i veri motivi all'origine"

LECCE – E’ stata condannata a un anno e otto mesi di reclusione Valentina Piccinonno, la 31enne originaria del capoluogo salentino, arrestata a giugno scorso perché accusata di aver rapito una bambina di appena sei anni. La sentenza è stata emessa dal gup Carlo Cazzella, la donna è assistita dall’avvocato Giuseppe Talò.

L’altro imputato, 45enne di Monteroni di Lecce, sarà giudicato con il rito ordinario. La prossima udienza è prevista a dicembre. Una sentenza che non soddisfa la parte civile, i genitori della bimba, una coppia di origini bulgare assistita dall’avvocato Francesco Maggiolini, che ha parlato di “pena troppo mite”. “Non siamo soddisfatti della sentenza – ha commentato il penalista – anche perché non sono emersi i veri motivi del rapimento. Ci auguriamo che la verità venga fuori in dibattimento”.

Tutto cominciò nel pomeriggio del 9 giugno, quando la piccola di nazionalità bulgara, in compagnia della sorellina, stava giovando nel parco nei pressi dell’area mercatale di Monteroni di Lecce, dove le bambine vivono assieme ai due genitori, da tempo residenti nel Salento: giardiniere il padre, badante la moglie.

Dapprima, la coppia avvicinò la sorella maggiore della bambina, di 9 anni, cercando di offrirle un gelato. Questa si rifiutò e le attenzioni caddero, a quel punto, su quella minore. Con lei il piano funzionò: salì in sella dello scooter guidato dal 45enne, il quale si presentò come “Gianni”, e fu portata via, davanti agli occhi impauriti della sorellina che tentò persino di inseguire  i due. Trovò poi la forza di allertare i fratelli più grandi d'età, e di avvisare i genitori, ormai in serata, una volta rientrati dai rispettivi luoghi di lavoro.

PICCINONNO VALENTINA 1-3-2-3-2-2Scena inquietante ripresa persino da alcune videocamere della zona, poi rivelatesi determinanti per rintracciare i due. L'uomo fu ritrovato per primo, in un bar del posto poco dopo l’episodio. La bimba, invece, fu poi rintracciata dai militari dell’Arma in un appartamento di via Marcianò, a Lecce, domicilio della Piccinonno.

Si trattò di un rapimento lampo che si concluse, dopo poche ore di angoscia, e un’indagine tanto rapida quanto efficace, condotta dai carabinieri di Monteroni, coordinati dal maresciallo Giordano Protopapa, e dai colleghi del Nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Lecce, diretta dal tenente Alessio Perlorca.  Il blitz liberò la bambina (riconsegnata subito ai genitori) e ha portato all’arresto dei due autori del sequestro.

Alcuni giorni dopo l’arresto, il 45enne ottenne gli arresti domiciliari con la prescrizione del braccialetto, su disposizione  del Tribunale del Riesame, che accolse il ricorso presentato dall’avvocato dell’uomo. La donna leccese, invece, risultò essere l’autrice materiale del sequestro della minorenne e, nel corso dell’udienza di convalida, ammise di aver rapito la piccola per prendersene cura. Attualmente è detenuta.

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