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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Rapina in salumeria con un fucile a canne mozze: condannato un 34enne leccese

Giuseppe Caputo è stato ritenuto responsabile del colpo messo a segno la sera del 29 aprile del 2020 con l’aiuto di due complici. La sentenza è stata emessa nel processo abbreviato dalla giudice Cinzia Vergine

LECCE - Entrò col volto coperto da passamontagna e armato di un fucile a canne mozze nella salumeria Tondo a Lequile e, dopo aver minacciato di morte il titolare, s’impossessò del suo portafogli dove era custodito l’incasso giornaliero, per poi darsi alla fuga con un’auto (una Fiat Punto) rubata, in seguito data alle fiamme. E’ questa la vicenda per la quale è stato condannato a cinque anni e quattro mesi di reclusione Giuseppe Caputo, 34 anni, di Lecce. La pena è stata emessa dalla giudice per l’udienza preliminare Cinzia Vergine, in linea alla richiesta avanzata dalla pubblica accusa, rappresentata dal sostituto procuratore Alessandro Prontera, nel processo discusso col rito abbreviato.

Non appena saranno depositate le motivazioni (entro novanta giorni), l’avvocato difensore Giovanbattista Cervo, valuterà il ricorso in appello.

La rapina fu portata a segno la sera del 29 aprile del 2020, e al presunto responsabile si riuscì a risalire attraverso le indagini condotte dai carabinieri della task force della sezione operativa specializzata nei reati predatori, che operò con i militari della stazione di San Pietro in Lama. Così, sulla scorta dei riscontri investigativi, dopo due mesi dal fatto, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Lecce emise  un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Caputo.

Fondamentali per risalire alla sua identità furono una serie di accertamenti tecnici, e le dichiarazioni rese ai militari da alcuni testimoni. Altri due uomini avrebbero preso parte al colpo, uno in particolare, secondo l’accusa, avrebbe atteso Caputo fuori dall’esercizio commerciale a bordo della vettura usata per dileguarsi. Ma su entrambi, sono ancora in corso le indagini.

Oltre che di rapina aggravata, il 34enne era accusato anche di porto e detenzione illegale di arma alterata, ricettazione e danneggiamento seguito da incendio.

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