Rapina da "Oro Idea", i nomi dei due fermati. Ora si cerca il terzo uomo
Domani la convalida dell'arresto della squadra mobile. Ma le indagini a Brindisi si stanno concentrando anche sul complice che avrebbe condotto l'autovettura. Il colpo avvenuto a Lecce
BRINDISI – Le foto pubblicate su Facebook subito dopo la rapina hanno permesso di arrivare a fermare due ragazzi brindisini con l’accusa di essere i responsabili del colpo nell’oreficeria Idea Oro di Lecce: Luigi Blasi, 33enne, e Oronzo Ligorio sono in carcere da ieri pomeriggio, sabato 1° luglio, in attesa della convalida prevista per la giornata di domani. Concreto è stato ritenuto il pericolo di fuga, anche in relazione alla diffusione delle immagini.
Sono entrambi sottoposti a decreto di fermo a meno di 48 ore dall’azione ripresa per intero dalle telecamere del sistema di videosorveglianza della gioielleria. I frammenti in cui si vedono i volti, scoperti, dei due ragazzi sono stati postati sul social network dalla titolare con invito a condividere in modo tale da facilitare l’identificazione e arrivare all’arresto.
Il primo indizio che la donna ha consegnato agli agenti della Mobile è stato l’accento: “Era brindisino”, ha detto. E poi ha consegnato il filmato della rapina che, a quanto pare, non è andata come doveva. Per lo meno come era stato sperato perché avevano intimato alla titolare, sotto la minaccia di una pistola, di aprire la cassaforte. Ma il caveau non si è aperto e a quel punto i due sono riusciti a prendere solo alcuni dei panni in velluto nei quali c’erano collane e bracciali.
Erano entrambi a volto scoperto e ben vestiti, probabilmente sono entrati fingendosi clienti, poi uno ha impugnato l’arma. Non è escluso che ad attendere la coppia ci fosse una terza persona: le telecamere hanno ripreso una Fiat Punto in fuga, di conseguenza si ritiene che ci sia stato un complice. Ed è sul terzo uno che si stanno concentrando le indagini.
I due fermati saranno interrogati domani dal gip del Tribunale di Brindisi al quale il pubblico ministero di turno dovrebbe chiedere l’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere.