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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Ugento

Rapina e sequestro per costringere una donna a prostituirsi, condannati

Nove anni di reclusione. E' questo il verdetto del processo di primo grado nei confronti di Rumyana Kotsewa, 27enne, e Ivaylo Ivanov, 28 anni, di nazionalità bulgara. I due imputati sono accusati di violenza sessuale, sequestro di persona, rapina, percosse e lesioni personali

LECCE – Nove anni di reclusione. E’ questo il verdetto del processo di primo grado nei confronti di Rumyana Kotsewa, 27enne, e Ivaylo Ivanov, 28 anni, di nazionalità bulgara. I due imputati sono accusati di violenza sessuale, sequestro di persona, rapina, percosse e lesioni personali. Al centro del giudizio una vicenda complessa e dai contorni poco chiari, in cui alcuni punti non sono mai stati chiariti. La sentenza è stata emessa dai giudici della seconda seziona penale.

I due furono arrestati nel luglio scorso dai carabinieri delle stazioni di Ugento, Taurisano e dai colleghi del Nucleo operativo e radiomobile di Casarano. La mattina del 4 luglio, infatti, un 23enne bulgaro, in Italia da pochi giorni assieme alla giovane moglie di 22 anni, si rivolse in lacrime ai militari dell’Arma. Tra innumerevoli difficoltà linguistiche, il giovane sposo raccontò che, dopo essere stato picchiato e rapinato di soldi e cellulari, i malviventi, identificati come i due connazionali, avevano rapito la sua compagna al quinto mese di gravidanza, per costringerla a prostituirsi. Un piano messo a segno con l’aiuto di un terzo complice, da allora irreperibile. Una figura centrale nella vicenda, su cui la difesa degli imputati (la Kotsewa è assistita dall’avvocato Enrico Gargiulo) ha puntato il dito, evidenziando come fosse l’uomo ricercato il vero artefice del rapimento.VANOV IVAYLO,-2

Le indagini, condotte dal personale dell’Arma della provincia di Lecce, e dal comando di Brindisi, furono immediatamente indirizzate verso la città adriatica mentre il giovane marito fu accompagnato in caserma per facilitare la comunicazione attraverso la consulenza di un interprete. Grazie ai posti di blocco allestiti lungo le principali arterie stradali, gli investigatori riscontrarono come, effettivamente, la vittima fosse stata condotta nel brindisino, come aveva raccontato l’uomo. Rintracciata, la giovane ragazza fu sottoposta agli accertamenti medici per scongiurare che il forte stress e gli attimi di terrore vissuti avessero potuto scatenare conseguenze più gravi e fu dal marito.

KOTSEVA RUMYANA,-2I due, però, dopo quella denuncia si sono resi irreperibili e non sono mai stati sentiti né in sede d’incidente probatorio né nel corso del dibattimento. L’accusa ha prodotto i verbali in cui denunciavano i fatti. Un altro punto al centro della tesi con cui la difesa ha cercato di confutare la tesi accusatoria. In particolare l’avvocato Gargiulo ha evidenziato l’estraneità della sua assistita ai fatti contestati. 

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