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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Squinzano / Via San Francesco D'Assisi

Al mattino un acconto di 30 euro, di sera la rapina di collane d'oro

Una messinscena ben studiata, quella di due malviventi. Uno dei quali s'è presentato al mattino fingendosi interessato ad un acquisto e studiando la gioielleria da depredare la sera con un complice. Colpo da almeno 5mila euro

 

 

SQUINZANO – Tutt’altro che la solita rapina. Persino la tecnica dei finti clienti, con quel sapore stantio di dejà vu, è stata rivisitata con l’apporto di un fantasioso prologo, e recitando un copione che sa quasi da attori di teatro consumati. Palcoscenico del dramma in due atti, la storica gioielleria “Garofalo” di Squinzano, di proprietà di Maria Maddalo. Di violenza, ce n’è stata poca. Il necessario per bloccare la titolare che si trovava dietro al bancone, avvolgere il panno con le collane d’oro – valore presuntivo, in fase di stima, non meno di 5mila euro – e fuggire a bordo di un’auto. Rubata, ovviamente. I carabinieri la stanno cercando in lungo e in largo. Specie verso nord, nel brindisino. L’inflessione potrebbe averli traditi. Si tratta di una Citroen C3 nera, con un finestrino vistosamente scheggiato. La via presa per la fuga è proprio quella che conduce verso Brindisi.    

Atto primo. Questa mattina, una persona, aria distinta, s’è presentata nella gioielleria di via Baracca, prosecuzione di via San Francesco d’Assisi, nel tortuoso dedalo del centro storico del paese, a poche decine di metri dalla chiesa madre, nell’unico punto in cui il traffico veicolare può scorrere, a ridosso dell’area pedonale. L'uomo ha chiesto di vedere alcuni gioielli, per un regalo. S’è soffermato su un bracciale. Gli è piaciuto e l’ha bloccato. Con un acconto da 30 euro. “Prima di acquistarlo, voglio farlo vedere a mio cognato. Tornerò nel pomeriggio”, ha spiegato.

Atto secondo. Come si suol dire, ogni promessa è debito. L’uomo è davvero tornato, e c’era davvero qualcuno con lui (chissà se sono veramente legati da parentela acquisita, anche questo dettaglio sembra far parte dell’accurata messinscena). La strana coppia, un uomo robusto, l’altro con barba e occhiali, ha osservato il bracciale scelto nella mattinata da uno dei due, ma poi sono sorti dei (finti) dubbi. Attori, appunto. “E se potesse piacere, piuttosto, qualcos’altro?”. Ed ecco che hanno chiesto alla titolare di poter visionare altri monili.

foto (1)-7-46La donna, da un cassetto, ha estratto un panno sul quale erano adagiate diverse collane d’oro, e l’ha depositato sul bancone. Belle, sì, le collane. Devono averle trovate di loro gradimento, i due, anche se hanno dissimulato ulteriore titubanza. Vedere altro? Perché no? Ed è stato in quel frangente, quando la donna s’è girata per la terza volta, che è scattato il piano. I due devono aver pensato che la sceneggiata non sarebbe potuta andare avanti a lungo e che presto le vere intenzioni sarebbero emerse. Così, mentre un malvivente ha bloccato la titolare, afferrandola per le braccia, l’altro ha arraffato tutto quello che c’era sul bancone in quel momento, avendo cura di avvolgere bene il panno per non far cadere le collane. Subito dopo, la fuga di rito. E fa niente per i 30 euro versati al mattino. Parigi val bene una messa.

Tutta la coreografia, ovviamente, aveva un perché. L’uomo che ha agito al mattino, versando l’anticipo (e quindi, apparendo davvero un cliente interessato), ha potuto dare un’occhiata intorno, studiare il locale e il modo di agire, per arraffare il massimo possibile con il minimo sforzo. Dando così poi libero sfogo alla seconda parte del diabolico piano, partorito poco prima della chiusura serale. 

Sul posto, per le indagini, si sono recati i carabinieri della stazione di Squinzano e della compagnia di Campi Salentina. Dalla loro, gli investigatori, come base di partenza, hanno la sommaria descrizione dei due finti clienti e dell’auto usata per la fuga. L’indagine, però, è in parte ostacolata dall’assenza di videocamere di sorveglianza. Si dovrà lavorare senza il supporto delle tecnologie. 

 

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