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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Trepuzzi

Rapina nell’area di servizio, 58enne patteggia quattro anni di reclusione

Angelo Perrone ha chiuso il suo conto con la giustizia per il colpo messo a segno il 22 maggio del 2019, a Trepuzzi, lungo la statale 613 che collega Lecce a Brindisi, e per il furto di due auto

TREPUZZI - Ha patteggiato quattro anni di reclusione per il colpo messo a segno il 22 maggio del 2019 nell’area di servizio, a Trepuzzi, lungo la statale 613 che collega Lecce a Brindisi, dove, sotto la minaccia di una pistola, avrebbe costretto un dipendente a consegnargli l’incasso della giornata, pari a 900 euro, per poi dileguarsi a bordo di un’autovettura rubata.

E’ questa la sentenza emessa dal giudice per l’udienza preliminare (gup) Cinzia Vergine nei riguardi di Angelo Perrone, 58enne di Trepuzzi, che, su parere favorevole del sostituto procuratore Alessandro Prontera (titolare del fascicolo d’inchiesta), è riuscito a concordare la pena attraverso l’avvocato difensore Cosimo Rampino.

Per l’uomo i guai iniziarono quasi un anno dopo l’episodio (il 4 marzo), quando all’esito degli accertamenti svolti dai carabinieri guidati dal luogotenente Giovanni Papadia, fu destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari (gip) Giovanni Gallo.

Nell’ambito dello stesso procedimento, finì ai domiciliari anche Antonio Stamerra, 58 anni, di Sannicola, che chiuse poi il suo conto con la giustizia, patteggiando tre anni di reclusione (attraverso l’avvocato Maria Greco) con l’accusa di aver rubato, insieme a Perrone, due vetture, una Fiat Uno, l’11 giugno del 2019, a Sannicola, e una Seat Marbella, a Squinzano, il giorno della rapina.

Stando alle indagini, fu proprio quest’ultima l’auto con la quale Perrone raggiunse l’impianto di carburanti e area bar “Q8”, a Trepuzzi, e a volto coperto e armato, sorprese e minacciò il dipendente che in quel momento era impegnato nelle operazioni di chiusura della colonnina, riuscendo così a impossessarsi dell’entrata giornaliera.

All’imputato era contestata anche la detenzione illecita della pistola, reato per il quale è stato disposto il non luogo a procedere.

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