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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Lequile

Rapina sfociata nel sangue, i due indagati in silenzio davanti al giudice

Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere i due uomini accusati di aver provocato la morte, quattro giorni fa, dell’ex direttore di banca Giovanni Caramuscio. Restano in carcere. Domani l’autopsia. Disposti accertamenti sui cellulari

LEQUILE - Sono rimasti a bocca chiusa davanti alla giudice Laura Liguori i due uomini accusati della rapina sfociata nell’omicidio di Giovanni Caramuscio, direttore di banca in pensione, ucciso quattro giorni fa a colpi di pistola mentre, in compagnia della moglie, stava per prelevare dei soldi presso lo sportello automatico della filiale del Banco di Napoli di Lequile, in via San Pietro in Lama.

Hanno quindi scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere Mecaj Paulin, il 31enne albanese sottoposto a fermo già all’indomani del delitto e Andrea Capone, il 28enne di Lequile fermato ieri, per i quali il pubblico ministero Alberto Santacatterina ha chiesto e ottenuto la convalida della misura in carcere.  

E’ ai due che hanno portato le indagini del magistrato e dei carabinieri del Nucleo investigativo del reparto operativo e della compagnia di Lecce in cui si sono rivelate fondamentali oltre ai filmati delle telecamere di videosorveglianza anche le dichiarazioni di un testimone.

Insomma, stando agli elementi finora raccolti da investigatori e inquirenti, a sparare almeno due colpi con una pistola, sarebbe stato Paulin, dopo che la vittima ha reagito sferrando un pugno al complice. L’arma è stata ritrovata in una pianta ornamentale durante la perquisizione nel suo appartamento.

A “incastrare” Capone è stata una felpa scura a maniche lunghe ritrovata in un pozzo dai vigili del fuoco, su indicazione di una persona, che aveva notato un individuo dirigersi in quella direzione con in mano un sacco di colore bianco: corrisponde a quella indossata dal rapinatore, così come si vede nei filmati ripresi dagli “occhi elettronici”, e che il 28enne avrebbe utilizzato in altre occasioni, come provato da alcune foto pubblicate sul suo profilo facebook.

Intanto, domani mattina, il pm Santacatterina conferirà l’incarico di eseguire l’autopsia al medico legale Alberto Tortorella e quello di esaminare il contenuto di tutti i telefoni in uso agli indagati all’ingegnere Maurizio Ingrosso. Durante le udienze, Paulin e Capone (difesi, il primo, dagli avvocati Luigi e Roberto Rella, e il secondo da Raffaele De Carlo e Maria Cristina Brindisino) che la moglie e i figli della vittima (assistiti dall’avvocato Stefano Pati) potranno nominare propri consulenti di parte.

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