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Cronaca

Rapinatori incastrati dai filmati. E da un'intuizione

Angelo Campanile e Gelsomino Peccatiello erano già in carcere per detenzione di esplosivo e droga. I carabinieri hanno scoperto che sono anche gli autori di una rapina al Conad. Grazie alle telecamere

Se ne discute spesso nelle riunioni in prefettura sulla sicurezza: l'implementazione dei sistemi tecnologici può agevolare le indagini delle forze dell'ordine, dando in molti casi una svolta decisiva ad inchieste che altrimenti finirebbero in archivi polverosi per assenza di prove oggettive. L'occhio del "grande fratello", unito al metodo d'indagine scientifico e ad un pizzico di umano intuito, sono le tre componenti che hanno permesso di assicurare alla giustizia (anche se per la verità nelle patrie galere c'erano già, ma per altri motivi) due rapinatori. Si tratta di Angelo Campanile, 33enne, nativo di Milano, di fatto domiciliato nel capoluogo lombardo, ma comunque da sempre "attivo" nel Salento, e di Gelsomino Peccatiello, 37enne di Battipaglia (provincia di Salerno, anche se è nato in Svizzera), ma anch'egli da tempo circolante nella provincia di Lecce.

I carabinieri della compagnia del capoluogo salentino li hanno inchiodati proprio grazie alle prove offerte dai filmati delle telecamere, quelle del Conad di piazzale Rudiae. Ma non solo. Anzi, si può dire che la visione dei filmati sia stato il punto di arrivo, perché prima di ogni cosa c'è stata l'intuizione che ha messo in moto una ricerca di elementi partita, come a volte accade, da tutt'altra indagine. L'antefatto, il 22 novembre scorso, quando intorno alle 19 due persone fecero irruzione nel supermercato, minacciando gli impiegati con una pistola (che però non è mai stata trovata). Per nascondersi, casco (uno dei due), sciarpe, cappello (l'altro) abbigliamento da motociclista. Arraffati 500 euro, i due guadagnarono in fretta l'uscita e si dileguarono a bordo di una moto di grossa cilindrata. Sul posto intervennero le volanti della polizia (la notizia è qui riportata: https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=4825).

I due si diressero intanto verso il proprio covo, quel covo che il giorno successivo sarebbe stato oggetto di un blitz, nella marina leccese di Torre Chianca, e nel quale non vivevano da soli, ma con altre tre persone (due giovani ed una donna, quest'ultima al momento ai domiciliari). I due rapinatori non sapevano di essere osservati al momento dell'arrivo nel casolare. I carabinieri, infatti, avevano ricevuto alcune "soffiate" proprio su strani giri e tenevano quell'abitazione sott'occhio da tempo. E durante i servizi di osservazione da una postazione nascosta, i militari non poterono certo fare a meno di notare il fatto che Campanile e Peccatiello fossero rientrati intorno alle 19,45, a bordo di una Yamaha FZ6 risultata poi rubata a Surbo qualche settimana prima. Mentre sulle frequenze delle forze dell'ordine già da diversi minuti circolava la notizia che era avvenuta la rapina nel Conad e che due persone erano fuggite a bordo di una moto di grossa cilindrata.

L'indomani, la mattina del 23 novembre, scattò il blitz nel casolare. All'interno i carabinieri trovarono quello che cercavano, undici chili di polvere da sparo, più droga, hashish soprattutto. Cinque persone finirono in manette, e fra queste anche Campanile e Peccatiello (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=4836). Ma gli investigatori rinvennero anche abbigliamento da motociclista, il casco, le sciarpe, il cappellino Nike, quella moto rubata. Ed il fatto che gli orari bene o male potessero combaciare (il furto al Conad era avvenuto intorno alle 19, il rientro nella marina di Torre Chianca alle 19,45 circa) indusse i militari ad un approfondimento più ampio. E vagliando i filmati, mettendo a confronto l'abbigliamento indossato, ascoltando anche le testimonianze di chi si trovava quel giorno nel Conad, hanno potuto stabilire con certezza scientifica che Campanile e Peccatiello altri non erano se non i due rapinatori. Il pubblico ministero Francesca Miglietta ha ritenuto valido l'impianto accusatorio. Ed il gip Ercole Aprile ha emesso le ordinanze. I due, già in carcere per quei reati contestati (droga e armi), e noti per diversi altri episodi criminali, ora aggiungono al personale carniere anche questa accusa di rapina in concorso.

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