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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Rudiae / manzo

Incubo per una donna con bimbo, rapinatori in casa le puntano pistola alla tempia: presi

In arresto Massimiliano Montinaro, 43enne, di Melendugno, e due serbi residenti a Napoli, presso un campo sosta, Nenad Mitrovic, 37enne e Roku Aleksic, 25enne. La polizia ha dato loro una caccia serrata per ore. Una donna li aveva trovati in casa, a svaligiarla e per scappare l'hanno minacciata

LECCE – Torna in casa con il bimbo di 5 anni e si ritrova immersa in un incubo ad occhi aperti: una pistola puntata alla tempia, presa in ostaggio con il figlio. Tutto è durato lo spazio di pochi secondi, ma che saranno impossibili da dimenticare. Una storia che si fatica anche a raccontare, una vicenda che non sembra nemmeno provenire da una città come Lecce, dove è vero che la microcriminalità fa sentire il suo scomodo peso sui cittadini, ma è vero anche che raramente tocca simili apici di aggressività di fronte a persone inermi.

In tre, alla fine, saranno rintracciati e arrestati dalle volanti di polizia: Massimiliano Montinaro, 43enne, originario di Melendugno, e due serbi residenti a Napoli, presso un campo sosta, Nenad Mitrovic, 37enne e Roku Aleksic, 25enne. Gli agenti non hanno mai smesso di dargli la caccia, fin quando, grazie anche all’aiuto di cittadini che hanno segnalato i movimenti di un’auto sospetta, non li hanno rintracciati e ammanettati.  

Tutto ha avuto inizio intorno alle 18,10 di ieri. Una volante è intervenuta in via Giuseppe Manzo proprio per la segnalazione di una rapina appena consumata. Sul posto i poliziotti hanno trovato una donna molto agitata e diverse altre persone. Fra le lacrime, con molta difficoltà, è riuscita a narrare la sua storia da “Arancia meccanica”.

ALEKSIC ROKY-2Tornando con il bimbo di 5 anni a casa, una villetta al piano terra, dopo aver inserito la chiave, ha notato il portone socchiuso. Il primo campanello d’allarme, che già molti hanno sperimentato sulla propria pelle. Il segnale che l’abitazione potrebbe essere stata appena svaligiata. Il copione, da quel momento in poi, ha però assunto una piega assolutamente inconsueta. La donna, intravedendo luci accese, ha intuito che forse i ladri potevano ancora essere all’interno. Ha richiuso la porta e afferrato il bambino per cercare di uscire in strada, ma proprio in quegli istanti sono balzati fuori due individui. Uno di questi le ha afferrato un braccio, puntandole una pistola alla tempia e urlandole di aprire il cancello.

L’istinto di protezione di una mamma ha prevalso. S’è gettata sul figlio, stringendolo. Il rapinatore, al colmo dell’ira, le ha imposto nuovamente di aprire il cancelletto esterno e nello stesso momento, un altro uomo, urlando anch’egli lo stesso ordine, è uscito dall’abitazione e correndo, ha scavalcato la recinzione. Solo a quel punto la donna ha aperto l’inferriata, dalla quale è fuggito l’individuo armato.

La donna, uscita in strada a sua volta, in stato di choc ha chiesto soccorso a un conoscente. Questi ha poi reso la sua testimonianza alla polizia, spiegando di aver intravisto due individui in fuga con un borsone in mano, a bordo di un’autovettura di colore grigio argento, condotta da un altro complice. Probabilmente una Stilo. L'auto, a suo dire, si era diretta verso via Sant’Antonio Abate. Avendo una probabile via di fuga, le ricerche sono iniziate in un baleno, mentre sul posto è intervenuta anche la scientifica per rilevare eventuali impronte.

Si è accertato così che i malviventi, dopo aver scavalcato la recinzione esterna, poco prima si sono introdotti all’interno dell’appartamento forzando la porta d‘ingresso con un corpo contundente. Hanno quindi rovistato in tutte le stanze e in particolare quella da letto. L’ipotesi , a quel punto, è che i malviventi, avvisati da un complice dell’arrivo della proprietaria, abbiano cercato prima di procurarsi la fuga dal retro, attraverso la porta-finestra.

MITROVIC NENAD-2Dopo aver danneggiato la zanzariera, non riuscendo a uscire a causa di un’imposta difettosa, si sono spostati nella stanza accanto, dove hanno però trovato la strada sbarrata dalle grate. Come topi in trappola e in preda all’agitazione, a quel punto non gli è rimasto altro da fare che uscire dalla porta principale. Qui, però, si sono imbattuti nella donna con il bimbo e nel cancello chiuso. Ed ecco la feroce esplosione di rabbia culminata nella minaccia armata.

La svolta è arrivata circa cinque minuti prima delle 19, quando sul 113 un cittadino ha segnalato alcuni individui a bordo di una Fiat Stilo di colore grigio che stavano suonando al citofono del suo condominio. La stessa auto notata sulla scena della rapina.

L’operatore della centrale ha chiesto di descrivere fisicamente i soggetti. Ebbene, i dati coincidevano a grandi linee con le persone notate in via Manzo: uno fra i 40 e 50 anni, l’altro alto circa 1 metro e 70, robusto, il terzo circa 1 metri e 75, forse qualcosa di più, capelli chiari, barba incolta, corpulento, di età apparente tra i 25-30 anni.

Una volante è arrivata in un istante sul posto. I sospettati si erano però già allontanati, prima verso via Rudiae e poi in direzione di viale Grassi. Intercettati, quando hanno visto i poliziotti sono fuggiti in direzioni opposte, inseguiti da due volanti. Uno di loro, a piedi, ha scavalcato ben due muri di cinta alti oltre un paio metri, perdendo un cacciavite di grosse dimensioni e riuscendo a sfuggire. Diramata la nota alle altre auto presenti sul territorio, con una precisa descrizione, è stato alla fine catturato. Si tratta di Montinaro.

MONTINARO MASSIMILIANO-2Nel corso delle ricerche dei fuggitivi, un’altra volante, all’angolo con via Monteroni, ha poi notato l’autovettura segnalata, della quale un altro testimone aveva poco prima rilevato la targa. Era parcheggiata nei pressi del bar “Stop”. Chiamata un’altra pattuglia, i poliziotti hanno identificato gli occupanti: i due serbi. La perquisizione ha permesso di rinvenire addosso ad Aleksic la chiave della Stilo. Nella tasca della portiera anteriore sinistra hanno trovato una calza di colore bianco, contenente vari oggetti preziosi, in quella destra diversi orologi, mentre sul sedile posteriore una consolle Nintendo Wii.

Trasportati in questura, sono stati riconosciuti come coloro che si sono resi responsabili della rapina. La donna ha anche riconosciuto la refurtiva. Tutti rispondono di rapina in concorso. La pistola non è ancora stata rintracciata. Probabilmente l’hanno nascosta nelle concitate fasi della fuga.  

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