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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Rapporto Dia: la nuova Scu, tra vecchi traffici e nuove alleanze

Nella relazione della Dia emerge come tra i clan vi sia una sorta di suddivisione delle aree di influenza e un patto di non belligeranza. Una nuova strategia finalizzata alla conquista del territorio e degli interessi economici

LECCE – La nuova fase della Sacra corona unita salentina è caratterizzata da una sorta di pax mafiosa, una tregua armata che da alcuni anni contraddistingue i vari clan operanti sul territorio. E’ quanto emerge dalla relazione, relativa al secondo semestre del 2011, della Direzione investigativa antimafia. “Le consorterie mafiose – si legge nella relazione della Dia – nell’ambito dei rispettivi territori di riferimento, sono pervenute a una sorta di suddivisione delle aree di influenza, riconoscendo alla situazione di non belligeranza il vantaggio di non suscitare l’attenzione dell’opinione pubblica e delle forze dell’ordine”. Per questo, rispetto al passato, sono nettamente diminuiti gli omicidi (meno 21 per cento) e i tentati omicidi (meno 19 per cento).

La nuova strategia dell’appianamento dei contrasti e dell’abiura della guerra dunque, fornisce nuovo terreno fertile alle strategie criminali che, seppur in forma molto più sommersa rispetto al passato, tendono alla conquista del territorio e degli interessi economici. Attività che vanno ad aggiungersi ai traffici illeciti classici, come il traffico di sostanze stupefacenti. Così come negli anni Novanta, quando erano gli scafi blu dei contrabbandieri a solcare il mare di mezzo con i loro carichi di sigarette, armi e droga, anche oggi l’Albania continua ad avere un ruolo chiave nel traffico di droga. È dal “Paese delle aquile” che partono (attraverso gommoni, traghetti e autoarticolati) i carichi di sostanze stupefacenti destinati alle nostre coste. Traffici che si affiancano a quelli di esseri umani, con i migranti che forniscono manovalanza facile ed economica nelle attività lecite e illecite, il tutto a favore d’investitori senza scrupoli, spesso collusi con i gruppi criminali.

Nell’area salentina, secondo quanto evidenziato dalle indagini della Dia, più che a una vera riorganizzazione dei clan criminali, si assiste al tentativo dei cosiddetti capi storici di continuare a tirare le fila degli affari illeciti e del controllo del territorio. “I capi storici della Scu – si legge ancora –, benché detenuti da decenni, riescono a mantenere il controllo dei gruppi criminali di riferimento, attivi nel traffico illegale di stupefacenti e nelle estorsioni. Infatti, nonostante il fiorente mercato della droga eserciti un potere attrattivo nei confronti di nuove leve, i principali sodalizi riescono a conservare il primato, forti anche della loro esperienza criminale e del rispetto che tuttora riscuotono sullo scenario delinquenziale”. Un’analisi criminale confermata dalla cosiddetta “Operazione Augusta”, condotta dai carabinieri del Ros e del comando provinciale di Lecce nell’ottobre scorso, che “ha messo in evidenzia come il clan Rizzo risulti egemone nella gestione delle attività illecite in tutta la provincia leccese. Il sodalizio sarebbe retto dal luogotenente Pasquale Briganti su delega del capo clan Salvatore Rizzo, all’ergastolo dal 1992”.

L’analisi dei crimini commessi dimostra come rimangano pressoché sommersi “il fenomeno usurario e quello estorsivo, data la scarsa disponibilità delle vittime a collaborare con le istituzioni”. Cresce, invece, l’intimidazione attraverso il “danneggiamento e il danneggiamento seguito da incendio”, con rispettivamente 8.654 e 727 casi. In aumento anche le rapine, fenomeno legato in maniera diretta alla crisi economica.

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