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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Rapporto Dia, nuove alleanze e contrasti tra vecchi e nuovi gruppi per la Scu salentina

Nella relazione della Dia emerge come siano cambiate le strategie e le alleanze criminali sul territorio salentino. La conquista del territorio e degli interessi economici ha portato a contrasti tra i gruppi storici e quelli emergenti. Il mercato della droga resta il più redditizio

LECCE – “Lo scenario criminale delle province di Brindisi, Lecce e Taranto, dopo aver perso l’antica unitarietà – grazie alla pressante azione di contrasto e all’opzione collaborativa con gli organi inquirenti da parte di ex affiliati alla Sacra corona unita – è variamente interessato da iniziative autonomistiche di neo aggregazioni criminali, che premono sulla ridotta operatività dei gruppi mafiosi portanti”.

Contrariamente agli albori e agli “anni d’oro” della Sacra corona unita, sembra essersi spezzato il filo criminale che univa le province di Lecce e Brindisi, con le frange locali della criminalità organizzata pronte a contendersi il mercato della droga, oggi come ieri il canale più redditizio e incrollabile (a dispetto di ogni crisi economica) tra le attività illecite. E’ quanto emerge dalla relazione, relativa al secondo semestre del 2013, della Direzione investigativa antimafia, che traccia la consueta analisi delle province salentine.

Non è un caso, del resto, se nella stessa relazione si parli di un collegamento tra il clan Griner di Andria e alcune frange della Scu salentina. “L’esistenza di collegamenti tra il gruppo Griner e la Sacra corona unita – viene evidenziato dagli uomini della Dia –, nell’ambito di traffici di cocaina, è stata altresì confermata dall’operazione “game over”.

Sembra dunque delinearsi una sorta di vuoto si potere, in cui le nuove leve cercano di conquistare il territorio, mentre “i capi storici della Scu, anche quando sono detenuti, riescono a fare arrivare gli ordini all’esterno tramite i propri familiari”. Un assioma sviluppato nella cosiddetta “Operazione Remetior”, che portò all’esecuzione di 19 ordinanze di custodia cautelare: Gli arresti, eseguiti dagli agenti della Squadra Mobile di Lecce, sgominarono un presunto clan criminale che agiva nel nord Salento e che avrebbe fatto capo a Salvatore Caramuscio, il boss della Sacra corona unita arrestato nel marzo del 2009, in un'abitazione a Cassano delle Murge.Clan-2

Nella relazione viene anche disegnata la geografia criminale dei clan operanti sul territorio: da Tornese a Rizzo, da Vernel a Padovano, Da Briganti a Coluccia. “Nella città di Lecce – si legge nella relazione della Dia –, esponenti della locale criminalità organizzata, in concomitanza della scarcerazione, ripropongono ciclicamente tentativi di ricomporre i sodalizi disarticolati di cui erano a capo, al fine di riappropriarsi delle originarie attività illecite, strappandole dalle mani dei gruppi emergenti”.

Contrasti e lotte da cui potrebbero essere scaturiti i fatti di sangue che hanno contraddistinto il periodo a cavallo tra la fine del 2013 e il 2014. In palio, oltre al sempre redditizio mercato delle sostanze stupefacenti, anche usura, racket e soprattutto estorsioni, specie nei confronti d imprenditori operanti nel settore del turismo. Un giro d’affari di decine di migliaia di euro. 

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