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Cronaca

Regali e soldi per evitare controlli, "sconti" in appello per 13 agenti della Polstrada

Alleggerite le condanne emesse in primo grado nel processo nato dall’inchiesta che puntò i fari sui mancati controlli agli autotrasportatori. Per la Corte d’appello il reato non fu concussione ma induzione a dare o promettere utilità

LECCE - Rivista la sentenza emessa nei riguardi di tredici agenti della polizia stradale accusati di aver omesso di controllare gli autotrasportatori in transito ricevendo in cambio denaro e regali.

A distanza di oltre vent’anni dai fatti, il verdetto d’appello ha stabilito che il reato non fosse quello di concussione ma di induzione a dare o a ricevere utilità, con l’effetto di “alleggerire” le pene inflitte nel processo di primo grado nei riguardi degli imputati. Alcuni reati, inoltre, sono stati riqualificati in contravvenzioni, rispetto alle quali nel frattempo è intervenuta la prescrizione.

Le condanne sono diventate: da 7 anni e 10 mesi di reclusione a 3 anni e 11 mesi per Giuseppe Amenini, 58 anni, di Maglie; da 7 anni e 6 mesi a 3 anni e 8 mesi per Fabio Cazzato, 52enne, di Lecce; da 6 anni e 6 mesi a 3 anni e 3 mesi per Paolo Maria Centonze, 60, di Cavallino; da 7 anni a 3 anni e 6 mesi per Cosimo De Giuseppe, 73, di Lecce; da 7 anni e 10 mesi a 3 anni e 10 mesi per Leonardo Impero Delle Donne, 57 anni, di Martignano; da 7 anni a 3 anni e 5 mesi a Salvatore Lanza, 58, di Lecce; da 7 anni e 4 mesi a 3 anni e 8 mesi per Temistocle Parlangeli, 60, di Guagnano; da 7 anni a 3 anni e mezzo per Anna Maria Petrelli, 47 anni, di Vernole; da 6 anni e 8 mesi a 3 anni e 4 mesi per Giuseppe Piccinno, 64, di Aradeo; da 8 anni e un mese a 4 anni e 15 giorni per Cosimo Maurizio Rampino, 59, di Trepuzzi; passa da 6 anni e 8 mesi a 3 anni e 4 mesi per Angelo Rapanà, 49, di Campi Salentina;da 7 anni e 4 mesi a 3 anni e 7 mesi per Ugo Rizzello, 59, di Seclì; da 6 anni e mezzo a 3 anni e 3 mesi per Roberto Tarantino, 67, di Copertino.

Furono sedici in tutto i poliziotti arrestati il 13 maggio del 2009 all’esito delle indagini secondo le quali il “malcostume” si sarebbe concretizzato in due modi: attraverso “visite” nelle aziende per ricevere i regali, consistiti in denaro, generi alimentari o buoni benzina, oppure avanzando le medesime richieste ai danni di ignari autotrasportatori fermati occasionalmente sulle strade.

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