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Cronaca

Regionale 8 e operai edili, la protesta raddoppia

Operai del gruppo Leadri in sit-in presso la Prefettura, hanno rivendicato la cantierizzazione della regionale 8. Per i lavoratori edili, incontro con i vertici di Ance: si preme per il rinnovo

LECCE - Due sit-in per due diverse problematiche che riguardano la medesima categoria di lavoratori: quelli del settore edile. Per i primi 300, quelli assoldati dal gruppo Palumbo per la costruzione della strada regionale 8 che collegherà Lecce a Melendugno, l´ora della protesta è scattata alle dieci di questa mattina di fronte alla Prefettura di Lecce prima, e sotto la sede dell´Ance in via Fornari poi, per aderire al sit-in dei "colleghi" del settore edile.

Supportati dai sindacati Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil , gli operai hanno consegnato nelle mani della dirigente della Prefettura, Monica Perna, la richiesta di intervento per la condizione estrema in cui versano da due anni e mezzo: con le braccia incrociate in attesa che l´arteria stradale venga finalmente cantierizzata, continuano a sopravvivere con 600 euro al mese, l´ammontare cioè della cassa integrazione in deroga regionale, peraltro prossima alla scadenza. Se da un lato, infatti, i fondi del Ministero dello Sviluppo Economico per la messa in opera del progetto tardano ad arrivare, da luglio 400 famiglie non potranno più nemmeno contare sul sussidio regionale.

L´inizio effettivo dei lavori, rimasto ancora senza una data certa, ora rischia di trasformarsi in una gara contro il tempo e contro la paralisi determinata dalle lungaggini burocratiche. " Su uno stanziamento complessivo di oltre 50 milioni di euro, la metà dei fondi è già stata stanziata dalla Regione Puglia, mentre la restante parte attende di essere sbloccata dal Ministero dello Sviluppo Economico - spiega Sandro Russo della Cisl - ora il Consiglio di Stato ha nominato un commissario che ha il compito di trasferire i soldi mancanti da Roma a Bari, ma è tutto fermo a causa delle proroghe richieste dal commissario stesso." Il paradosso è tutto nel fatto che la Regione Puglia, l´Ente appaltante, non può dare avvio ai lavori per mancanza di soldi e contemporaneamente è costretta a pagare gli ammortizzatori sociali per gli operai rimasti a casa.

"La nostra richiesta è di iniziare a stralci, con il primo lotto di lavori, visto che una parte dei fondi già c´è e in attesa che vengano sbloccati gli altri", conclude il sindacalista. L´altro fronte della protesta, ha riguardato più in generale, tutti i lavoratori del settore edile (5.000 nella sola provincia di Lecce) radunati in sit-in sotto la sede dell´Ance in via Fornari, in attesa di essere accolti dai dirigenti dell´Associazione Nazionale Costruttori Edili per discutere del rinnovo del contratto integrativo provinciale che riguarda tutte le aziende del settore.

Secondo i tre sindacati confederali, il secondo livello di contrattazione è uno strumento indispensabile, infatti, per riqualificare un settore in crisi, fortemente penalizzato dalla deregolamentazione e dal lavoro nero, che pure potrebbe essere un volano per l´economia del territorio. Nello specifico, spiega Alessio Colella, segretario generale Fillea Cgil, il Cipl va ad integrare il contratto collettivo nazionale su due fronti: garantendo un extra economico rispetto al salario minimo e poi, con l´istituzione di una scuola edile, va ad incidere positivamente sia sulla formazione degli operai che sulla prevenzione degli infortuni. Sulla possibilità del rinnovo, si discuterà in un nuovo tavolo tra Ance e sindacati convocato a breve.

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