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Cronaca

Remetior bis: Francesco Luggeri respinge le accuse, gli altri restano in silenzio

L'unico a parlare è stato il 34enne di Trepuzzi che ha respinto ogni accusa, evidenziando come non abbia mai preso parte a nessun gruppo, anche perché perche impegnato con il suo lavoro di operaio specializzato. Il boss Caramuscio sarà interrogato per rogatoria nel carcere di Rebibbia

LECCE – Sono proseguiti oggi gli interrogatori nell'ambito dell'operazione denominata “Remetior bis” che all’alba di martedì ha sgominato un presunto sodalizio criminale ritenuto vicino alla Scu. Dinanzi al gip Simona Panzera, sono comparsi nel carcere di Borgo San Nicola, per  l'interrogatorio di garanzia, Leandro Luggeri, 35enne di Trepuzzi; Salvatore Perrone, detto “Friculino”, 47enne di Trepuzzi; Giuseppe Perrone, 30enne di Campi Salentina e Daniele Longo, 32enne di Trepuzzi. Tutti hanno scelto di non rispondere alle domande del giudice, avvalendosi della facoltà di non rispondere.

L’unico a fornire risposte è stato Francesco Luggeri, 34enne di Trepuzzi, che ha respinto ogni accusa, evidenziando come non abbia mai preso parte a nessun gruppo, anche perché perche impegnato con il suo lavoro di operaio specializzato. All’appello manca il presunto boss Salvatore Caramuscio che, detenuto nel carcere romano di Rebibbia, sarà interrogato per rogatoria.

Gli arrestati sono ritenuti, a vario titolo, responsabili dei reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, rapina a mano armata, detenzione e porto abusivo d’armi, lesione personale, furto, associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti e favoreggiamento personale. I provvedimenti sono stati disposti dal gip del Tribunale di Lecce, Simona Panzera, su richiesta del sostituto procuratore di Lecce, Alessio Coccioli, e del procuratore aggiunto di Brindisi Nicolangelo Ghizzardi.

Il gip del Tribunale di Lecce ha messo in evidenza alcuni inquietanti elementi emersi nell’ambito delle numerose intercettazioni telefoniche e ambientali, queste ultime effettuate negli ambienti carcerari e nelle stesse aule del tribunale. Addirittura in occasione delle udienze in tribunale, infatti, gli indagati e alcuni dei loro famigliari erano soliti non soltanto impartire ordini circa i loro affari, ma disponevano persino le spedizioni punitive. Gambizzazioni comprese.

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