rotate-mobile
Cronaca

"Inquinate metà delle foci in Puglia". A Lecce tre prelievi su sei nei limiti

Goletta Verde presenta i risultati del monitoraggio sui canali: fuorilegge 17 campionamenti su 30, gravi disagi nel sistema depurativo che non garantisce la salute dei cittadini. Legambiente: "Situazione non più tollerabile"

Bari - Oltre la metà dei campionamenti eseguiti in Puglia è risultata “fuorilegge”: in ben 17 casi (corrispondenti per lo più alle foci di fiumi e ai canali) rispetto ai 30 punti monitorati lungo gli 865 chilometri di costa, è stata evidenziata una carica batterica al di sopra dei valori consentiti dalla legge e per quattordici di questi punti il giudizio è “fortemente inquinato”. È questa la fotografia presentata oggi dall'equipe di biologi di Legambiente, nel monitoraggio effettuato per la campagna di "Goletta Verde", realizzato anche grazie al contributo del Consorzio obbligatorio degli oli usati.

Acque inquinate da scarichi non depurati adeguatamente con presenze di escherichia coli e enterococchi intestinali che contribuiscono non solo ad inquinare fiumi e mare, ma che mettono in pericolo la stessa salute dei cittadini. Legambiente lancia un appello a Viale Capruzzi e agli amministratori locali affinché si intervenga per risolvere con urgenza la questione della mala depurazione. Stefano Ciafani, vicepresidente dell'associazione ambientalista, ha definito il quadro "preoccupante, ma non sorprendente", vista la situazione di crisi in cui versa il sistema depurativo della regione Puglia.

Ancora oggi, un milione di pugliesi (il 23% del totale) scarica i reflui senza che questi vengano depurati e i 187 depuratori attivi hanno ancora problemi di funzionamento, criticità e questioni irrisolte che rendono inefficace la corretta depurazione. La situazione più critica è nella BAT, dove i depuratori delle cittadine che danno il nome alla provincia sono risultati non conformi.

In provincia di Lecce, dei sei campionamenti solo la metà presentava una carica batterica entro i limiti: fortemente inquinati i prelievi effettuati nei pressi dell’insenatura di Torre Riccio, in località Canal del Rio, nel comune di Corsano, e nei pressi della foce dello scarico del depuratore a Porto Gaio di Gallipoli. Valori leggermente al di sotto dei precedenti, ma ugualmente sopra la soglia stabilita dalla legge, anche quelli riscontrati nel campione prelevato nei pressi della foce del canale di scarico sulla spiaggia di Marina di Leuca a Castrigliano del Capo (giudicato “inquinato”).

Entro i limiti, invece, gli altri tre prelievi: a Otranto (località Laghi Alimini nei pressi della foce del canale tra Lago Alimini Grande e il mare) a San Cataldo (località Vernole, nei pressi del canale di scarico) e a Porto Cesareo (località Torre Lapillo, nei pressi della foce canale di scarico).

Anche quest’anno, come detto, il Consorzio obbligatorio degli oli usati è main partner di Goletta Verde, “La difesa dell’ambiente, e del mare in particolare, rappresenta uno dei capisaldi della nostra azione” - dice Antonio Mastrostefano, direttore strategie, comunicazione e sistemi del Coou. L’olio usato è ciò che si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli di ciascun cittadino.

“Se eliminato in modo scorretto – spiega Mastrostefano - questo rifiuto pericoloso può danneggiare l’ambiente in modo gravissimo: 4 chili di olio usato, il cambio di un’auto, se versati in acqua   inquinano una superficie grande come sei piscine olimpiche”. A contatto con l’acqua, l’olio lubrificante usato crea una patina sottile che impedisce alla flora e alla fauna sottostante di respirare. In tutta Italia, delle 395mila tonnellate di olio lubrificante che sono state immesse al consumo nel 2012, il Consorzio ha raccolto 177mila tonnellate di olio usato, oltre il 95% del potenziale raccoglibile. In Puglia sono state recuperate 8.348 tonnellate, 1.077 delle quali in provincia di Lecce.

La piccola percentuale che ancora sfugge alla raccolta si concentra nel settore industriale e in particolar modo nel “fai da te” in autotrazione, nautica e agricoltura. “Si tratta di circa 10mila tonnellate che, se fossero tutte sversate in mare, inquinerebbero una superficie pari a 47 volte il Lago di Garda. Con la nostra attività di comunicazione – conclude Mastrostefano – cerchiamo di modificare i comportamenti scorretti di chi crede che piccole quantità di olio lubrificante disperse nell’ambiente non provochino danni gravi”. In 29 anni di attività il Coou ha raccolto 4,90 milioni di tonnellate di olio usato, che avrebbero potuto inquinare una superficie d’acqua pari a due volte il Mar Mediterraneo. 

“Legambiente - evidenzia il consigliere regionale del Pdl, Saverio Congedo - ci dice oggi che le criticità del mare pugliese sono legate anche allo stato dei depuratori. Su questo fronte purtroppo occorre un richiamo forte al Governo regionale, che lo induca a uscire dall’immobilismo e a capitalizzare le risorse che pure sono disponibili. Più che polemizzare con Vendola, mi interessa in questo momento evidenziare l’urgenza di misure idonee a mettere in sicurezza le acque pugliesi e quindi di un atto di responsabilità non differibile. Il mare per la Puglia è una priorità assoluta e sciupare una risorsa di questo valore avrebbe conseguenze inimmaginabili”. 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Inquinate metà delle foci in Puglia". A Lecce tre prelievi su sei nei limiti

LeccePrima è in caricamento