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Cronaca Piazza Sant'Oronzo

Dopo il restauro, ecco la luce: l'Orologio delle Meraviglie splende anche di sera

Con l'impianto di illuminazione è stato completato il restauro dell'opera realizzata Francesco Barbieri per la sede del Banco di Napoli

LECCE -  “L'Orologio delle Meraviglie”, segno distintivo del palazzo del Banco di Napoli in piazza Sant’ Oronzo sin dal 1955,  è da oggi visibile anche di sera grazie all’impianto di illuminazione che è stato presentato alla città nel tardo pomeriggio.

E' stata così completata l'opera di pulitura e restauro voluta dall'istituto di credito in accordo con la Sovrintendenza di Lecce e realizzato dalla ditta Colaci Emilio di Alessano con circa 300 giornate lavorative. Prima del taglio del nastro si è svolto un incontro nella sala consiliare del vicino Palazzo Carafa, con il sindaco di Lecce, Paolo Perrone e il direttore generale del Banco di Napoli, Francesco Guido che è servito anche per fare il punto della situazione economica del territorio e del ruolo che la banca ha avuto in passato ed aspira ad avere in futuro come punto di riferimento per le famiglie e le aziende locali.

L’Orologio delle Meraviglie.

L’”Orologio”, in bronzo e rame smaltato, porta la firma di Francesco Barbieri (1908-1973), scultore originario di San Cesario di Lecce: pesa 20 quintali, misura quasi 10 metri di altezza per 3 di larghezza e richiese ben mille e 300 giorni di lavoro di cui 9 mesi per le 52 fusioni necessarie. L’orologio poggia su una base rettangolare in mosaico e smalti veneziani con cornice in rame. Visivamente si potrebbe suddividere in tre parti distinte. Una parte superiore, caratterizzata da elementi che riconducono allo stemma della Terra d’Otranto, il delfino e la mezzaluna accompagnati però dal sole, con ai lati rami di olivo e melograno a simboleggiare la ricchezza e la fecondità della terra. A seguire, sotto, vi è una cornice semicircolare con la rappresentazione dei 12 segni zodiacali e ai lati le due figure dell’Annunciazione: a sinistra l’angelo alato con le braccia alzate e a destra la Vergine che riceve l’Annuncio.

Al centro della cornice con lo zodiaco c’è il “Carro del Sole” con il Dio del Sole Febo e la sua quadriga di cavalli rampanti. Il sole è realizzato in smalto, di colore giallo, circondato da raggi di bronzo. Una parte centrale, caratterizzata da un elemento a “ventaglio” che rappresenta la volta celeste con al centro la Costellazione dell’Orsa Maggiore e la Stella Polare e ,ai lati, dodici caselle a rappresentare i dodici mesi dell’anno. Ogni uno di questi elementi figurativi poggia su una basetta smaltata di colore azzurro sfumato. Ai fianchi del ventaglio, spiccano elementi floreali. Una parte inferiore, dove prende posizione il quadrante dell’orologio che ricorda un grande occhio ciclopico.

I numeri romani delle ore poggiano su smalto azzurro, scanditi e alternati da figure di tarocchi : l’amore, la giustizia, la fortezza, il diavolo, l’asso di denari, l’asso di bastoni, il sette di denari, i Principi, la spada con la corona, i gemelli col Sole, l’acqua e il vaso di fiori. Il centro del quadrante, dove sono posizionate le lancette, rappresenta l’iride ed è realizzato in smalto di colore rosso. La lancetta grande ha sull’estremità la stella polare e il serafino, mentre quella piccola il galletto che canta e la prima fase della luna. Per finire, l’orbita dell’occhio ha forma di conchiglia sulla quale sono rappresentate le fasi lunari, Eolo che soffia, la bussola e le stelle.

L’autore: Francesco Barbieri.

Scultore, nato a San Cesario di Lecce, il 4 ottobre 1908, ha compiuto la sua preparazione artistica all'Accademia di Belle Arti di Roma. Autore delle statue dei quattro Evangelisti sulla facciata della Cattedrale di S. Marco e dei rilievi sull'arengo della Prefettura di Latina, opere nelle quali l'artista risente di quelle influenze novecentistiche (non del tutto aliene da manierismo ellenistico) tipiche del suo tempo e retaggio della propria origine pugliese. Disegnatore esigente ed originale, Francesco Barbieri ha vissuto per lungo tempo a Milano. Nel 1948 ha partecipato alla Rassegna Nazionale d'Arti figurative promossa dall'Ente Autonomo Quadriennale, a Roma, con due opere, "Giocatore di morra" e "Primo ritratto di Mario Negri". Nel 1951-1952 alla II Mostra degli Artisti d'Italia presenta "Dafne". Di rilievo una sua partecipazione alla VI Quadriennale romana con quattro sculture: "Pagliaccio", "Lo Zufolo"," Eva stanca", "Narciso". Nel 1955 (6 febbraio) l'artista fa parlare di sé la prima pagina della Domenica del Corriere con una tavola illustrata da Walter Molino con la didascalia: "Dopo tre anni e sei mesi di lavoro, Francesco Barbieri di San Cesario, ha costruito l'orologio più grande del mondo, per la torre di Sant'Oronzo di Lecce". 

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