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Cronaca Otranto

“Hydruntiade”, i fratelli Cariddi liberi di uscire ma resta il veto su Otranto

Alleggerita dal gip, su richiesta della stessa Procura, la misura cautelare per i due ex sindaci: dai domiciliari al divieto di dimora a Otranto

OTRANTO - Hanno ottenuto la revoca dei domiciliari, ma su di loro resta ancora vigente il divieto di dimora a Otranto, città di cui entrambi sono stati massimi rappresentanti. E’ questa la decisione presa nelle scorse ore dal giudice Sergio Tosi che, in sostituzione della collega Alessandra Sermarini, ha così accolto la richiesta di attenuazione della misura avanzata dalla stessa Procura nei riguardi degli ex primi cittadini, i fratelli Pierpaolo Cariddi, di 56 anni, e Luciano, di 54.
In sostanza, per la procuratrice aggiunta Elsa Valeria Mignone e la sostituta Giorgia Villa, le esigenze cautelari si sono attenuate in considerazione del tempo trascorso e del fatto che il procedimento sia già sfociato nella richiesta di rinvio a giudizio
E’ vicina infatti l’udienza preliminare (il 10 marzo) che oltre ai Cariddi (assistiti dagli avvocati gli avvocati Gianluca D’Oria e Alessandro Dello Russo, Viola Messa e Michele Laforgia) vedrà al banco degli imputati altre 56 persone coinvolte nell’inchiesta denominata “Hydruntiade”.
Secondo l’accusa, i fratelli sarebbero stati al vertice di un gruppo che avrebbe commesso una serie di illeciti: corruzione elettorale, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, falso ideologico, frode in processo penale e depistaggio, concussione, turbata libertà degli incanti, turbata libertà di scelta del contraente, rivelazione del segreto d’ufficio, nonché di truffa ai danni dello Stato e della Comunità Europea.


 

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