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Cronaca

Appalti e sanità, per Raffaele Fitto chiesta condanna a sei anni a mezzo

La tesi della procura di Bari vede l'ex governatore, per fatti risalenti al periodo 1999-2005, al centro di una trama di presunta corruzione e finanziamento illecito. Tra gli imputati anche Paolo Pagliaro, candidato con il Mir

BARI – La procura della Repubblica ha chiesto una condanna di sei anni e sei mesi per Raffaele Fitto, nell’ambito di un’inchiesta su presunte condotte illecite in tema di appalti quando l’attuale capolista del Pdl per la Camera dei deputati e già ministro del governo Berlusconi era il presidente della Regione. Le accuse sono corruzione, illecito finanziamento pubblico ai partiti, peculato e abuso d’ufficio. I fatti contestati si riferiscono in particolare al periodo tre il 2009 e il 2005.

L’inchiesta dalla quale è scaturito il processo si fonda sulla presunzione di un accordo per garantire al gruppo “Fiorita” dell’imprenditore romano Giampaolo Angelucci una serie di concessioni per la fornitura di servizi in enti pubblici e aziende sanitarie della regione, ma anche la gestione di undici residenze sanitarie assistite attraverso un appalto che sfiora i 200milioni di euro.

Secondo la tesi accusatoria, Fitto avrebbe ricevuto da Angelucci una tangente di 500mila euro e una somma dello stesso importo come dazione  al movimento che fa capo all’ex ministro, “La Puglia prima di tutto”. Per l’imprenditore ed editore della capitale la procura ha chiesto, per corruzione e finanziamento illecito, la pena di 4 anni e sei mesi, oltre alla confisca di beni per 10milioni e mezzo di euro. Il pubblico ministero Renato Nitti ha chiesto anche un anno e quattro mesi di reclusione per Paolo Pagliaro, accusato di corruzione in concorso con Raffaele Fitto, che avrebbe favorito l'attribuzione di commesse pubblicitarie al gruppo editoriale di colui che oggi è candidato alla Camera con i Moderati in rivoluzione, in cambio di un orientamento della linea editoriale favorevole al centrodestra .

Le prime dichiariazioni dell'ex governatore: per venerdì annunciate dichiarazioni spontanee.

“Sono allibito dall’assurda ed incredibile richiesta della Procura di Bari. Ricordo che fino ad oggi, dopo ben 8 anni di processi, ho collezionato solo assoluzioni e proscioglimenti". Queste le prime parole ufficiali dell'ex governatore che ha spiegato: "Sono stato prosciolto dai reati di associazione per delinquere, di concussione e da due episodi di falso in sede di udienza preliminare, con sentenze confermate anche dalla Corte di Cassazione, cui aveva fatto ricorso la stessa procura di Bari; sono poi stato assolto da altri due diversi episodi di falso in sede di giudizio abbreviato, che io stesso ho richiesto".

"Per un altro reato di abuso d’ufficio (il cui presunto autore materiale è stato peraltro già prosciolto) era maturata la prescrizione ma io vi ho rinunciato. Sono poi stato assolto dal Tribunale di Bari anche in un altro processo in cui ero accusato di concorso in interesse privato ed anche in questo caso avevo rinunciato alla prescrizione. Per il resto nella mia mente si affollano ora tante domande e molti pensieri, ma sono scioccato e senza parole per l’abnormità della richiesta. Per queste ragioni ho chiesto ai miei avvocati di preannunciare al Tribunale che nell’udienza di venerdì prossimo, 25 gennaio, renderò dichiarazioni spontanee in aula". 

Sul caso, anche  l'europarlamentare del Pdl, Raffaele Baldassarre. "La richiesta di condanna a sei anni e sei mesi di carcere da parte della Procura di Bari per l’onorevole Raffaele Fitto ci pare davvero fuori misura, arrivata per giunta all’inizio di una importante e delicata campagna elettorale". 

"Una coincidenza preoccupante - aggiunge - che sembra rafforzare l’ipotesi di un vero e proprio accanimento e di un uso strumentale, dispiace dirlo, anche solo pensarlo, della giustizia. Ci auguriamo invece  - conclude Baldassarre - che si possa giungere a tempo debito, ma senza tempismo perfetto, alla fine di questa lunghissima, infinita, vicenda giudiziaria, con la dovuta e necessaria serenità da parte di tutti".

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