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Cronaca

Rapimento della bimba di sei anni, la Procura chiede giudizio immediato

La richiesta è stata avanzata dal sostituto procuratore Elsa Valeria Mignone, nei confronti del 45enne, e della donna di 31 anni, ritenuti responsabili di sequestro di minore. Tutto cominciò nel pomeriggio del 9 giugno quando la piccola, di appena sei anni, fu portata via da Monteroni di Lecce, davanti agli occhi della sorella maggiore

LECCE  – Direttamente a giudizio immediato, saltando l’udienza preliminare. Questa la richiesta avanzata dal sostituto procuratore della Repubblica di Lecce, Elsa Valeria Mignone, nei confronti di Giovanni Giancane, 45enne di Monteroni di Lecce e di Valentina Piccinonno, 31enne originaria del capoluogo salentino, finiti in manette poco meno di due mesi addietro, perché accusati di aver rapito una bambina di appena sei anni.

Tutto cominciò nel pomeriggio del 9 giugno, quando la piccola di nazionalità bulgara, in compagnia della sorellina, stava giovando nel parco nei pressi dell’area mercatale di Monteroni di Lecce, dove le bambine vivono assieme ai due genitori, da tempo residenti nel Salento: giardiniere il padre, badante la moglie.

Dapprima, la coppia avvicinò la sorella maggiore della bambina, di 9 anni, cercando di offrirle un gelato. Questa si rifiutò e le attenzioni caddero, a quel punto, su quella minore. Con lei il piano funzionò: salì in sella dello scooter guidato dal 45enne, il quale si giancane-giovanni-1-3-2-2palesò come “Gianni”, e fu portata via, davanti agli occhi impauriti della sorellina che tentò persino di inseguire  i due. Trovò poi la forza di allertare i fratelli più grandi d'età, e di avvisare i genitori, ormai in serata, una volta rientrati dai rispettivi luoghi di lavoro.

Scena inquietante ripresa persino da alcune videocamere della zona, poi rivelatesi determinanti per rintracciare i due. Giancane per primo, ritrovato in un bar del posto poco dopo l’episodio. La bimba, invece, fu poi rintracciata dai militari dell’Arma in un appartamento di via Marcianò, a Lecce, domicilio della Piccinonno.

Alcuni giorni dopo l’arresto, il 45enne ottenne gli arresti domiciliari con la prespiccinonno-valentina-1-3-2-2crizione del braccialetto, su disposizione  del Tribunale del Riesame, che accolse il ricorso presentato dall’avvocato dell’uomo. La donna leccese, invece, risultò essere l’autrice materiale del sequestro della minorenne e, nel corso dell’udienza di convalida, ammise di aver rapito la piccola per prendersene cura. Attualmente, è detenuta presso l’istituto penitenziario di Taranto.

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