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Cronaca

Ex dipendente Inps accusato di abusi su operaia. Chiesto anche un risarcimento

Udienza preliminare per il 62enne leccese sul quale cadono i sospetti di aver costretto una donna che a lui si era rivolta per informazioni sulla mobilità a baciarlo e ad essere palpeggiata. L'ente può essere citato come responsabile civile

LECCE – Violenza sessuale, è questa l’accusa ipotizzata nei confronti di Gianni Capone, 62enne leccese, ex impiegato dell’Inps di Casarano, ora in pensione. L’uomo, secondo l’ipotesi accusatoria, avrebbe molestato una 41enne, operaia in cassa integrazione della Filanto.

La donna si sarebbe rivolta all’Inps, e in particolare all’imputato, per chiedere informazioni sull’erogazione dell’indennità di mobilità. I fatti contestati sarebbero avvenuti il 28 novembre del 2012. Il 62enne, secondo quanto denunciato dalla donna, l’avrebbe costretta a baciarla, palpeggiandole i glutei e il seno, impedendole, di fatto, uscire dall’ufficio.

Il pubblico ministero Roberta Licci ha chiesto il rinvio a giudizio di Capone. Oggi, nel corso dell’udienza preliminare celebrata dinanzi al gup Simona Panzera, la presunta vittima si è costituita parte civile con gli avvocati Rocco Rizzello e Paolo Cantelmo. I legali hanno formulato una richiesta di risarcimento dei danni pari a 220mila euro. Per questo il gup ha autorizzato la citazione dell’Inps come responsabile civile, e ha rinviato l’udienza al prossimo 19 maggio. Data in cui deciderà se rinviare a giudizio l’imputato, assistito dall’avvocato Francesca Conte.

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