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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Nell’auto anche coltelli e mazza da baseball

Richieste estorsive e minacce al “vecchio” amico. In carcere un 56enne

Bloccato dagli agenti del commissariato di Gallipoli dopo aver ricevuto il denaro. Ancora nei guai Luigi Patera di Noha di Galatina che dovrà difendersi dall’accusa di estorsione continuata. Stamattina la convalida dell’arresto da parte del gip

LECCE – E’ stato confermato nella mattinata di oggi, dal gip Angelo Zizzari, l’arresto eseguito, quasi in flagranza, nella giornata di martedì, dagli agenti del commissariato di Gallipoli, a carico di Luigi Patera, 56anni di Noha di Galatina, accusato del reato di estorsione continuata ai danni di un suo vecchio conoscente, un imprenditore salentino.

Per l’uomo, con alle spalle una serie di reati specifici, a seguito dell’udienza di convalida degli arresti, che si è tenuta oggi presso il tribunale di Lecce, il giudice ha disposto la conferma della misura restrittiva in carcere come per altro richiesto dal pubblico ministero.

E’ difeso dall’avvocato Luigi Greco, e nel corso dell’udienza ha respinto le accuse e la ricostruzione dei fatti che gli vengono contestati in merito alle richieste di denaro rivolte al suo conoscente di vecchia data, e anche ad altre circostanze legate alla sottrazione di un blocchetto di assegni, intestato ad un altro soggetto, e alla detenzione nell’auto, con la quale era solito muoversi, di due coltelli e una mazza da baseball.

Secondo le accuse formulate nel provvedimento restrittivo, Patera negli ultimi giorni si sarebbe reso responsabile di una presunta estorsione, in maniera continuata, nei confronti di un suo amico di vecchia data, al quale si era riavvicinato con l’intento proprio di richiedere insistentemente delle somme di denaro, ricorrendo anche a “velate minacce e intimidazioni”, secondo quanto appurato dagli investigatori.

Richieste evidentemente estorsive con l’intento, secondo l’accusa, di accaparrarsi somme per complessivi 3.700 euro e avanzate senza un plausibile motivo al malcapitato, e giustificate dalla necessità di dover pagare i suoi legali per le sue pregresse questioni giudiziarie e penali.

La vittima, proprio con la finalità di porre fine alle pressioni, avrebbe consegnato dapprima una somma di 300 euro, tramite una ricarica su una postepay intestata a Patera, altri 500 euro per il tramite di un bonifico immediato, e successivamente altri mille euro in contanti, subendo ancora reiterate minacce e avvertimenti. A seguito di quest’ultima consegna, Patera è stato poi bloccato e arrestato dai poliziotti.

Tutte circostanze e accuse che l'indagato, tramite il suo legale, ha respinto durante l’interrogatorio di garanzia riferendo anche l’incredulità sulla ricostruzione della vicenda e sui reati contestati e spiegando che il tutto si era invece configurato in un clima di collaborazione e che le somme di denaro erano state consegnate volontariamente dal suo “vecchio” amico e conoscente che si era detto disponibile ad aiutarlo economicamente pagando, al suo posto, il compenso dovuto al suo difensore per le sue passate vicende processuali.

Giustificazioni rese che non hanno evidentemente convinto il gip che ha poi definito la conferma dell’arresto in carcere e il 56enne dovrà ora difendersi dall’accusa di estorsione continuata.

Quanto alle armi improprie rinvenute nell’auto che Patera utilizzava, l’uomo ha sostenuto che uno dei coltelli gli serviva per il giardinaggio e che la mazza da baseball invece era stata acquistata da poco per fare degli allenamenti in campagna.     

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