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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Poggiardo

Riesame accoglie ricorso dopo rilievi di Arpa: tolti i sigilli al biostabilizzatore

Gli accertamenti condotti da Arpa Puglia sul perimetro dell’impianto hanno escluso la presenza di emissioni oltre i limiti, con emissioni provenienti dall’impianto a un livello basso, tale da non raggiungere le soglie di percepibilità individuate dall’Organizzazione mondiale della sanità

LECCE – E’ stato dissequestrato l’impianto biostabilizzatore di località “Pastorizze”, a Poggiardo, sul quale il 30 settembre scorso erano scattati i sigilli dei carabinieri del Noe e della polizia provinciale. Il Tribunale del riesame, infatti (presidente ed estensore Silvio Piccinno), ha accolto il ricorso proposto dagli avvocati Luigi Quinto e Carlo Raffo, per contro della Società progetto ambiente. Il provvedimento di sequestro preventivo era stato emesso dal gip Alcide Maritati, su richiesta del sostituito procuratore Antonio Negro.

I legali della società hanno fondato le loro tesi sostenendo come si fosse attribuita in via automatica all’impianto di trattamento dei rifiuti solidi urbani la responsabilità dei cattivi odori lamentati fra Poggiardo e vicinanze, senza che vi fosse stato un precedente accertamento sull’origine.

In udienza l’avvocato Luigi Quinto ha sostenuto che il provvedimento avesse trascurato tre circostanze: l’impianto è espressamente autorizzato alle emissioni in atmosfera, seppur entro certi limiti, con riferimento alle sostanze contestate; gli accertamenti condotti da Arpa Puglia sul perimetro dell’impianto hanno escluso la presenza di emissioni oltre i limiti, con emissioni provenienti dall’impianto a un livello basso, tale da non raggiungere le soglie di percepibilità individuate dall’Organizzazione mondiale della sanità; l’impianto della Progetto ambiente sarebbe incompatibile con le emissioni contestate e in particolare con la produzione di biogas, che può essere generato solo da impianti di discarica.

“Appena avuto notizia del provvedimento di sequestro – ha commentato l’amministratore della società Antonio Albanese – eravamo fiduciosi che la vicenda si sarebbe risolta in tempi brevi in senso favorevole alla Società progetto ambiente che ha sempre gestito l’impianto con grande attenzione e professionalità. Era evidente – aggiunge - come il provvedimento cautelare fosse frutto di un equivoco”.

L’impianto serve un ampio bacino di utenza. Vengono qui conferiti i rifiuti indifferenziati raccolti in 46 comuni della provincia di Lecce.

Le indagini erano state avviate dopo esposti presentati da cittadini e associazioni ambientaliste. La contestazione avanzata, getto pericoloso di cose.    La consulenza tecnica è stata affidata all’ingegnere Barbara Valenzano di Arpa Puglia.  

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