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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Ugento

Rifiuti, metà Salento è allo stremo: piena emergenza

Quarto giorno di protesta: la discarica di Burgesi resta chiusa. Nelle prossime ore gli autocompattatori arriveranno al culmine. Sono oltre 450mila i cittadini interessati dalla crisi Bufera politica

Il quarto giorno è quello della tensione. Sul Salento dei miasmi soffia il vento della polemica inarrestabile e ormai fuori controllo. Con sindaci che si strattonano a vicenda in un gioco al massacro sulle responsabilità, mentre una settantina di comuni, per oltre 450mila abitanti, quelli che ricadono nel territorio delle Ato Le/2 e Le/3, annaspano sotto una coltre di immondizia. L'invito delle autorità ai cittadini, espresso tramite manifesti e ordinanze, è di resistere fino alla soluzione dell'emergenza, non lasciando i sacchetti per strada. Resistere, certo: ma fino a quando? Si spera non oltre il 7 gennaio, quando in Prefettura, al cospetto del massimo rappresentante di Governo sul territorio, Mario Tafaro, si terrà un incontro a dir poco vitale per le sorti di buona parte della provincia di Lecce. Perché il rischio di arrivare ad una situazione simile a quella della Campania è ormai una prospettiva evidente e quasi la logica conseguenza, senza una decisa risoluzione. Un pensiero che fa tremare.

Ad Ugento, dove nasce il focolaio che investe come un'onda, di riflesso, ormai metà del Salento, i manifestanti continuano a bloccare l'accesso ai camion della spazzatura, opponendosi energicamente all'utilizzo della discarica che ricade in contrada Burgesi, gestita dalla Monteco Srl di Lecce, per la quale il commissario per l'emergenza ambientale in Puglia, il presidente Nichi Vendola, aveva deciso con una sua ordinanza di conferire in via temporanea, fino al 31 gennaio, i rifiuti delle due Ato. Anche a costo di un aumento della volumetria. L'opposizione del sindaco di Ugento Eugenio Ozza, con una sua ordinanza per il divieto di transito ai mezzi nell'area, e la discesa in campo di cittadini provenienti soprattutto dalla frazione ugentina di Gemini, da Presicce e da Acquarica del Capo, hanno impedito l'accesso. Circa un centinaio le persone divise in gruppi, che ostruiscono le strade che conducono alla discarica. Gente di tutte le età. Mangiano e dormono nella zona, sfidano il freddo con fuochi di fortuna e gruppi elettrogeni portati da casa, imprecano contro tumori e malattie alla tiroide, i fantasmi rievocati più spesso e che secondo loro sarebbero il frutto amaro della vicinanza con quell'immenso deposito di rifiuti.

E intanto, nel resto del Salento è frattura netta, con il centrodestra in guerra aperta contro il centrosinistra, e prese di posizione contro Vendola anche presso diversi alleati. Questo, mentre ogni città resiste all'assedio dell'immondizia come può. A Galatina il sindaco Sandra Antonica ha fatto disporre circa 400 cassonetti nel parcheggi del quartiere fieristico, e si dice pronta anche a far costruire delle vasche, qualora la situazione perdurasse. I galatinesi devono così portare di persona l'immondizia nell'area delle fiere, affidandola agli operatori della ditta che ha in gestione l'appalto della nettezza urbana. Ma altrove si inizia già a temere il peggio, e a Neviano e Gallipoli sono andati a fuoco alcuni cassonetti stracolmi. In più di qualche località sono stati distribuiti alla popolazione immensi sacchetti e si richiede la massima pazienza e collaborazione, per non far precipitare un quadro già di suo molto delicato. Proprio come accadeva fino a qualche mese addietro a Napoli. Se Burgesi è chiusa dai cittadini insorti (i quali, in un volantino, hanno spiegato che vogliono precise assicurazioni scritte dal prefetto: via il blocco solo se lo smaltimento dei rifiuti ad Ugento sarà revocato, dato che la discarica sarebbe ormai al colmo, con buona pace di Vendola e del Tar che gli ha dato ragione) Castellino, a Nardò, non si tocca. Parola di Antonio Vaglio.

Il sindaco e la sua Giunta hanno già minacciato dimissioni se la discarica neretina verrà riaperta, e oggi l'assessore all'Ambiente Mino Natalizio risponde a muso duro ad alcune accuse mosse dal primo cittadino di Racale, Massimo Basurto. "La disinformazione regna sovrana in merito alla questione dei rifiuti e della discarica di Castellino in particolare. Sostenere che Castellino è stata chiusa per ragioni politiche vuol dire non conoscere i fatti o mentire per ragioni politiche. Affermare poi, come fa Basurto, che Castellino non è stata sopraelevata significa ignorare colpevolmente la realtà dei fatti", tuona Natalizio. "Purtroppo dobbiamo prendere atto che nell'intera provincia sono in molti ad aver dimenticato quanto avvenuto a Nardò a partire dal 1992 e fino al 2007, quando la discarica è stata chiusa. Per ricordare solo le ultime vicende, basti fare riferimento ai continui aumenti di volumetria, l'ultimo di 300mila metri cubi, autorizzati dall'allora commissario per l'emergenza rifiuti, Raffaele Fitto. Aumenti che, è inutile dirlo, sono stati dati in sopraelevazione. A quanti accusano la città di Nardò di non essere ecosolidale con le altre realtà del Salento - prosegue - vorremmo ricordare che Castellino era nata per lo smaltimento dei rifiuti di soli sei Comuni, e questo sarebbe dovuto durare solo 5 anni, mentre è arrivata ad ospitare i rifiuti di 46 Comuni ed è stata chiusa dopo oltre 15 anni di attività".

E intanto, anche a Nardò come altrove, l'amministrazione comunale invita tutti i cittadini ad evitare il conferimento dei rifiuti nei cassonetti e a tenerli in casa fino alla fine dell'emergenza. Quello che sta accadendo anche in un'altra popolosa realtà, quella di Gallipoli. "Mai come in questi giorni è necessario manifestare un alto senso di responsabilità per superare un momento difficile, che rischia di produrre conseguenze nocive sul versante ambientale e sanitario", dichiara il sindaco Giuseppe Venneri. Già da ieri mattina ha fatto affiggere manifesti con cui si invita la comunità a potenziare l'attività di differenziazione dei rifiuti e ad evitare il continuo conferimento presso i cassonetti pubblici della raccolta di nettezza urbana. "Siamo in emergenza e quindi è necessario che ciascuno, nel territorio, faccia la sua parte per evitare ulteriori conseguenze dannose che vadano a incrinare ulteriormente equilibri già precari. Ho invitato la cittadinanza a osservare alcune precauzioni perché la nostra città possa dare il suo contributo, in termini di responsabilità, in una vicenda a dir poco delicata".

"Ho informato dello stato di disagio in cui versa Gallipoli - prosegue il sindaco - le istituzioni direttamente coinvolte in questa vicenda, vale a dire la Regione, la Provincia e la Prefettura di Lecce e il dipartimento generale della Protezione Civile, segnalando loro i rischi ambientali e sanitari che stiamo correndo e soprattutto manifestando la necessità di individuare con tempestività ulteriori allocazioni in cui conferire e smaltire i rifiuti. La tempistica giocherà un ruolo prioritario per risolvere una vicenda già di per sé assai complessa", sostiene Venneri. E in campo scende anche il Centro per i diritti del cittadino (Codici), il cui presidente nazionale, Ivano Giacomelli, dice: "Il ricordo di Napoli e dell'emergenza che a lungo ha interessato la città, non può non ritornare nelle menti dei cittadini che temono che la situazione possa persistere ancora. Ad essere intessenti non solo i territori limitrofi, ma l'emergenza potrebbe colpire totalmente l'intera regione. Pertanto il Codici invita la Regione Puglia e gli organi di competenza a trovare tempestivamente la risoluzione del problema nel rispetto del territorio e della salute dei cittadini che ‘pagano' per avere un servizio al quanto più efficiente possibile". E intanto i rifiuti restano a marcire negli autocompattatori, che già nelle prossime ore potrebbero non essere più in grado di trattenerli.

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