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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Rifiuti sversati nei campi, soldi e regali per chiudere un occhio: forestali nei guai

L'inchiesta della Procura di Brindisi: cinque agenti all'epoca dei fatti operanti nella stazione del capoluogo messapico arrestati, due sono residenti in provincia di Lecce. Nei guai anche tre imprenditori, uno dei quali è finito in carcere. Anche casi di assenteismo fra le imputazioni

BRINDISI – Qualche caso di assenteismo, uso a titolo personale di telefoni di servizio e, peggio ancora, regalie perché si chiudesse un occhio di fronte a pratiche illegali, come il riversamento in aree di campagna di inerti da demolizioni.

C’è un po’ di tutto nell’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Brindisi a carico e che vede nel mirino alcuni imprenditori e, soprattutto, diversi uomini all’epoca dei fatti in servizio presso la stazione della forestale di Brindisi. Uno scandalo che piove addosso ad alcuni servitori dello Stato e che certo non fa compiere salti di gioia al procuratore Marco Dinapoli, il quale, stigmatizzando il comportamento di singole condotte, ha voluto comunque ribadire nel corso di una conferenza stampa la piena fiducia nei confronti del Corpo della forestale.    

I reati contestati e che riguardano nove persone, fra cui sei sono agenti, sono una sfilza: corruzione, atti contrari ai doveri di ufficio, rivelazione di segreto d’ufficio, concorso in abbandono incontrollato di rifiuti. E ancora: peculato, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale, abuso d’ufficio e truffa aggravata ai danni dello Stato.

Ben sei sono finite in arresto all’alba di oggi, in un’inchiesta coordinata dal pm Milto Stefano De Nozza e condotta dai carabinieri del capoluogo messapico, partita proprio dalla denuncia di uno fra gli indagati, un imprenditore. Una vicenda che tocca anche a Lecce, non dal punto di vista strettamente territoriale, ma perché comunque due fra i forestali finiti sotto la lente sono residenti nella provincia salentina.

Le immagini scattate di nascosto

In carcere sono finiti in due. Il primo è l'imprenditore Vittorio Greco di 55 anni, barese d’origine ma operante a Brindisi. Ha una ditta di movimento terra e con lui sono indagati a piede libero due suoi figli. Il secondo è finito Gianfranco Asciano, 41enne di San Michele Salentino, in servizio fino a poco tempo addietro presso la forestale del capoluogo di Brindisi e, proprio in seguito all’avvio dell’indagine, trasferito a Ostuni.

Agli arresti, mai ai domiciliari, anche altri agenti forestali che erano in forza in quella stazione nei giorni in cui partivano le denunce e le indagini, e cioè fra l’estate del 2013 e lo scorso anno: Massimo Rosselli e Giovanni Rosselli, rispettivamente di 41 e 45 anni, fratelli, entrambi di Ostuni, e poi i due leccesi, cioè Domenico Galati, 40enne di Surano, e Giovanni Bray, 37enne di Melendugno.

Variegate, come detto, le contestazioni a carico degli indagati. Alcuni fra loro avrebbero ricevuto compensi in denaro (mazzette da 50 e fino a 100 euro), ma anche generi alimentari come mozzarelle e olio d’oliva, perché chiudessero un occhio di fronte alla pratica piuttosto diffusa di abbandonare inerti, che rappresentano rifiuti speciali, nelle zone di campagna, piuttosto che smaltirli regolarmente. Qualcun altro, invece, avrebbe usato il numero telefonico di servizio per scopi personali (c’è chi è arrivato a chiamare parenti e amici ben 171 volte e chi “solo” una cinquantina), e non sarebbero mancati nemmeno episodi di assenteismo (il tema del momento, dopo il caso del Comune di Sanremo), che emergerebbero dal cartellino marcatempo.

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