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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

"Risarcimento per Melissa? I genitori non vogliono soldi, ma solo giustizia"

"Qualsiasi cifra sarà decisa, verrà devoluta in beneficenza", ha detto l'avvocato Orsini, nella sua arringa, nel corso del processo a carico del copertinese Vantaggiato in cui è morta la 16enne di Mesagne. E i ministeri e la scuola hanno chiesto 1 milione e mezzo di danni

BRINDISI – Quale valore si può dare a una vita? Si può quantificare quell’ultimo respiro prima dell’ignoto, che ha spezzato i giorni di una ragazza di 16 anni? E’ calato un gelo carico di tensione e commozione, in aula, quando l’avvocato Fernando Orsini, che rappresenta la famiglia Bassi, ha preso parola, per la sua arringa. Oggi, nel corso del processo sulla strage del 19 maggio del 2012 davanti all’istituto professionale “Morvillo Falcone” di Brindisi, in cui è imputato Giovanni Vantaggiato, imprenditore 69enne di Copertino, è stato il turno delle parti civili.

L’attesa era soprattutto per le parole che avrebbe pronunciato il legale Orsini, dietro al quale ci sono i genitori di Melissa, due corpi ai quali è stata strappata l’anima, una mamma e un papà che faticano, ogni giorno, a trovare una ragione di vita. Due persone umili, Massimo e Rita Bassi, coloro i quali più di ogni altro al mondo avrebbero diritto a un risarcimento, ma che non sono interessati ai soldi, e che forse inorridiscono soltanto al pensiero che il posto di Melissa possa essere preso da comune, vile denaro.

“Qualunque pena decidiate di irrogare, sarà sempre minore di quella che lui ha inflitto a Melissa e ai suoi genitori”, ha tuonato Orsini. “I genitori di Melissa – riporta una nota dell’Ansa, citando l’arringa - non sono personalmente interessati a richieste di risarcimento”.

“Quanto vale la vita di Melissa?”, ha proseguito il legale. “Non abbiamo saputo trovare una risposta, per noi è incommensurabile. Bisognerebbe quantificare una cifra ‘X’ per ognuno degli ottantotto minuti di agonia di Melissa, o per le notti insonni dei genitori. Qualsiasi cifra deciderete di riconoscere, come risarcimento, sarà integralmente devoluta in beneficenza”, ha voluto sottolineare.

Orsini, davanti alla Corte, ha provato a spiegare chi fosse Melissa. Ha citato passaggi di alcuni temi della ragazza, in cui emergono l’amore e l’attaccamento per la vita, quella vita che l’è stata strappata via senza motivo, senza colpe, da un’esplosione violenta, dietro alla quale si celava il cieco odio per il mondo di un uomo che già la pubblica accusa aveva definito “lucido” nella sua folle azione.

Melissa amava i viaggi, come ogni ragazzo e ogni ragazza, e chissà quanti ne avrebbe sognati di fare, per scoprire il mondo, in quell’età in cui ancora ogni novità suscita emozioni intense, a volte indescrivibili. Melissa aveva anche una profondità, uno spessore, una filosofia, una coscienza civica: parlava del destino, come della giustizia, nei suoi scritti. Tutto ciò che oggi resta di lei, del suo passaggio sulla terra, dei suoi pensieri.  

“Melissa era una ragazza bellissima - ha detto Orsini - e io consegno a voi il dolore dei genitori, ma anche la loro dignità. Massimo e Rita Bassi hanno perso la loro unica figlia, non hanno invocato mai vendetta, solo giustizia anche se nulla potrà essere come prima”.

Il legale, come riporta sempre una nota dell’Ansa, ha anche ricordato che il papà di Melissa ha rinunciato inizialmente al proprio lavoro, e che ora è dipendente di una casa di accoglienza per anziani, all’interno della quale una stanza sarà intitolata proprio alla figlia. "La madre di Melissa – ha aggiunto - si arrampica ogni giorno, due volte al giorno, sulla scaletta, al cimitero, per mettere i fiori davanti alla tomba della figlia. Mai Vantaggiato – ha concluso -, nelle 600 pagine di dichiarazioni, ha mostrato segni di partecipazione al dolore della famiglia di Melissa. Non ha mai pronunciato il nome di Melissa”.
 

Melissa Bassi-3Prima di Orsini, in apertura, aveva preso parola l'avvocato Fernando Musio, legale del ministero dell'Interno, del ministero dell'Istruzione e della “Morvillo Falcone”, il quale alla Corte ha detto, rimarcando quanto già esposto nell’udienza precedente dai procuratori della Dda di Lecce, Cataldo Motta e Guglielmo Cataldi, che “Vantaggiato voleva uccidere”. Ed ha quantificato un totale di 1 milione e 500mila euro di danni, da ripartire verso gli enti da lui rappresentati. Domani sarà la volta della difesa dello stragista, rappresentata dall’avvocato Franco Orlando.

vantaggiato-2-17Vantaggiato, come noto, secondo il teorema dell’accusa, sostanzialmente confermato dallo stesso imputato, avrebbe agito come atto dimostrativo contro le istituzioni. Il movente sarebbero truffe da lui subite e che l’avrebbero spinto al folle gesto, già in passato, ai danni dell’imprenditore di Torre Santa Susanna Cosimo Parato. La scelta della scuola sarebbe ricaduta perché vicina al tribunale di Brindisi, obiettivo troppo complicato da raggiungere. La differenza sostanziale, è che mentre per la Dda di Lecce l’intento di Vantaggiato era esattamente di provocare quanto avvenuto, ovvero la morte di ignare persone, agendo in pieno giorno, all’apertura della scuola, con una carica di esplosivo non indifferente (e di destabilizzare nel contempo l’opinione pubblica, tanto da addebitargli l’aggravante del fine terroristico), l’imputato s’è difeso replicando che il suo intendimento era quello di dare un segnale, senza uccidere. Ed è quasi certamente questa la linea che l’avvocato Orlando difensore ricalcherà nella sua arringa difensiva. 

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