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Cronaca Squinzano

Rissa nel centro di prima accoglienza, spunta un coltello. In tre finiscono in carcere

Una rissa è scoppiata poco dopo le 13 nel centro di prima accoglienza di Squinzano, gestito dall'Arci di Lecce. Tre gli arresti eseguiti da i carabinieri della stazione di Squinzano in flagranza di reato di rissa aggravata e lesioni personali nei confronti di tre extracomunitari ospitati presso la struttura (sette complessivamente i richiedenti asilo politico)

LECCE – Una rissa è scoppiata poco dopo le 13 nel centro di prima accoglienza di Squinzano, gestito dall’Arci di Lecce. Tre gli arresti eseguiti da i carabinieri della stazione di Squinzano in flagranza di reato di rissa aggravata e lesioni personali nei confronti di tre extracomunitari ospitati presso la struttura (sette complessivamente i richiedenti asilo politico). In manette sono finiti Cisse Lamine, 27enne della Costa d’Avorio nel 1988; Tasawar Hussain, pakistano 29enne; e il connazionale Ullah Kifayat, 28 anni.

Alle ore 13.10 circa, un’operatrice sociale presente nel centro ha chiamato il numero di emergenza 112 per segnalare una rissa in atto tra gli ospiti. All’arrivo dei militari, poco dopo, il 27enne presentava vistosi tagli sull’avambraccio sinistro. Il secondo uno zigomo gonfio. Il terzo il nasso tumefatto, schiacciato e sanguinante. Le indagini dei militari hanno consentito di accertare che i primi due erano venuti alle mani per futili motivi legati alla convivenza.

Dopo essersi scambiati qualche pugno è intervenuto Kifayat, armato di un grosso coltello da cucina, in difesa del connazionale. Con tale arma ha ferito in più punti sull’avambraccio l’ivoriano. Per tutta risposta questo ha sferrato un pugno violento al volto all’assalitore armato che, perdendo il controllo del corpo, è caduto a terra perdendo il coltello. Dopo essersi ripreso ha recuperato una mazza ferrata artigianale per continuare a colpire l’ivoriano, che a quel punto si è fatto scudo di un grosso tegame usato quale scudo.

Solo la tempestiva chiamata sul 112 ha potuto evitare il peggio, sebbene i tre abbiano continuato a litigare verbalmente anche davanti ai militari. Le armi improprie, ossia il coltello da cucina, la mazza ferrata e il tegame sono stati sottoposti a sequestro. I tre sono stati accompagnati presso la casa circondariale di Lecce su disposizione della magistrato di turno. Lì sono stati anche curati, poiché hanno rifiutato di essere accompagnati presso il pronto soccorso. Secondo quanto accertato dal personale del 118 intervenuto per prestare le prime cure: l’ivoriano ha tagli sull’avambraccio causati dal coltello; il secondo ha un trauma allo zigomo di non si sa quale natura; il terzo ha la sospetta frattura del setto nasale e forse di altre ossa facciali.

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