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Cronaca

Ritardi nei soccorsi a Benincasa? Fissata l'udienza dinanzi al gip

Sarà discussa il prossimo 21 settembre, dinanzi al gip Vincenzo Brancato, la richiesta di archiviazione formulata dal pm Emilio Arnesano nel procedimento per la morte di Carlo Benincasa. I legali della famiglia si sono opposti

 

LECCE – Sarà discussa il prossimo 21 settembre, dinanzi al gip del Tribunale di Lecce, Vincenzo Brancato, la richiesta di archiviazione formulata dal sostituto procuratore Emilio Arnesano nell’ambito del procedimento relativo alla morte di Carlo Benincasa, consigliere comunale del Pd leccese scomparso nell'aprile 2011. Secondo il pubblico ministero, infatti, “non emergono elementi idonei per sostenere l'accusa in giudizio. Ed invero i consulenti tecnici hanno accertato che l'intervento delle autoambulanze e della prestazione sanitaria è stata tempestiva e corretta, non sussistendo quindi alcun profilo di colpa a carico degli operatori sanitari”.

Diversa la tesi dei familiari del politico leccese, secondo cui non sarebbero stati solo i ritardi nell'arrivo dell'ambulanza del 118, ma anche il trattamento di primo intervento praticato dai sanitari. Una tesi sostenuta nell'opposizione alla richiesta di archiviazione del pubblico ministero presentata dai legali della famiglia Benincasa, gli avvocati Stefano Prontera e Paolo Pepe. Cinque le persone iscritte nel registro degli indagati: un medico, due infermieri ed altrettanti operatori di soccorso. Secondo la moglie e il figlio del politico, i soccorsi sarebbero arrivati presso l'abitazione dove Benincasa era stato colto da malore con alcuni minuti di ritardo rispetto a quanto previsto dalla legge: otto minuti per i centri urbani.

Per i legali, attraverso anche il parere di un consulente di parte, il dottor Perrone, vi sarebbero poi stati “profili di negligenza, imprudenza e imperizia nell'assistenza prestata dai sanitari del 118, con l'attivazione di procedure nocive per Carlo Benincasa, tali da determinare un collasso delle condizioni dello stesso, così come peraltro confermato dai testimoni oculari presenti dal momento del primo malore sino al tragico evento”. In sintesi, secondo quanto scirro nell’atto di opposizione, vi sarebbero stati ritardi nell'intervento dei sanitari e negligenze degli stessi, che avrebbero accelerato un decesso che, con ogni probabilità, poteva essere evitato.

La parola passa ora al gip, che deciderà al termine dell'udienza in camera di consiglio.

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