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Cronaca

"Ritorno al futuro", per il Tar il bando è illegittimo

L'intera procedura amministrativa è sospesa e dovrebbe ripartire da zero, con un nuovo bando. Sono perciò destinate a decadere le migliaia di domande presentate da giovani pugliesi, a gennaio del 2009

"Facciamo un patto etico: la Regione ti paga gli studi di specializzazione che deciderai di fare in Puglia, in Italia o all'estero, e tu ti impegni a tornare in Puglia per mettere a disposizione della collettività le tue competenze. In questo modo potremmo raggiungere le aspettative di entrambi: la tua realizzazione personale e la crescita dell'intera comunità. C'è di più: per facilitare l'ingresso nel mercato del lavoro, potrai inserire il tuo curriculum in una banca dati a disposizione delle imprese pugliesi. Puoi avere una borsa di studio per partecipare a master universitari di primo e secondo livello attivati dalle Università italiane, attività formative post-lauream, master post-lauream organizzati da istituti di formazione in Puglia, Italia e all'estero". E' quello che c'è scritto sul sito della Regione Puglia all'indirizzo https://ritornoalfuturo.regione.puglia.it/?p=5, nell'ambito di "Ritorno al futuro", il contratto etico coni giovani. Tutto da rifare, però.

E' illegittimo infatti il nuovo bando "Ritorno al futuro", indetto dalla Regione Puglia con l'Avviso pubblico n. 4/2008 relativo al POR 2007-2013. L'intera procedura amministrativa è sospesa e dovrebbe ripartire da zero, con un nuovo bando. Sono perciò destinate a decadere le migliaia di domande presentate da giovani pugliesi, a gennaio del 2009, per la concessione di una borsa di studio post-lauream a valere sull'Avviso pubblico n. 4/2008.

Sono queste le conseguenze di una ordinanza del Tar di Bari del 25 febbraio scorso 2009, resa su ricorso presentato dagli avvocati Ernesto Sticchi Damiani, Saverio Sticchi Damiani e Romeo Russo per conto dell'organismo di formazione Vision 2000 Srl. "Questa vicenda - si legge in un comunicato diramato dal noto studio di legali leccesi - è diversa da quella di cui si è parlato molto nelle settimane scorse. In quel caso - spiegano - come si ricorderà, il Tar di Bari, con sentenze n. 274 e n. 275 pubblicate il 12 febbraio 2009, aveva annullato, sempre su ricorso presentato dagli avvocati Sticchi Damiani e Romeo Russo per conto di Vision 2000 Srl, le graduatorie relative al precedente bando "Ritorno al futuro" numero 1/2008".

Oggi, con l' ordinanza del Tar numero 107 pubblicata il 25 febbraio 2009, viene sospeso invece il nuovo bando, quello indetto per l'anno 2009 dalla Regione Puglia con l'avviso pubblico n. 4/2008, finanziato con il POR 2007-2013. Il Tar di Bari, accogliendo infatti le tesi sostenute nel ricorso, ha affermato che il nuovo bando regionale è illegittimo perché prevede dei requisiti di partecipazione sproporzionati, inadeguati all'oggetto della procedura e, soprattutto, lesivi della concorrenza.

"Ciò in quanto l'avviso pubblico umero 4/2008 - si legge nella nota dei legali - ha obbligato i giovani pugliesi, per poter presentare la domanda di borsa di studio per il 2009, a scegliere solo organismi di formazione che abbiano svolto per almeno dieci anni consecutivi master post-lauream di 800 ore. In tal modo, la Regione ha impedito agli stessi giovani di conseguire il finanziamento pubblico regionale rivolgendosi ad organismi di formazione diversi".

Questo, secondo il Tar, comporta che "una larga parte di soggetti privati sia posta nelle condizioni di preclusione oggettiva all'accesso al mercato" e viola "il principio di massima concorrenza cui si correla l'interesse pubblico alla corretta destinazione dei fondi pubblici", perché il mercato dei servizi di formazione, nel quale concorrono numerosi operatori in regime di concorrenza, viene ad essere alterato dalla scelta di un ente pubblico di discriminare determinati operatori rispetto ad altri, consentendo solo a pochi di beneficiare di risorse pubbliche e sottraendo invece tale possibilità ad altri "soggetti tecnicamente idonei".

Spiega Saverio Sticchi Damiani, uno degli avvocati della società ricorrente: "La pronuncia del Tar, ampiamente motivata, è molto importante anche per il principio di diritto che esprime: facendo leva sui valori fondamentali del Trattato dell'Unione Europea e della Costituzione, impone agli enti pubblici di tutelare la concorrenza e l'apertura del mercato in ogni procedimento amministrativo che sfoci, a qualunque titolo, nell'assegnazione di benefici pubblici. L'ordinanza delinea con chiarezza i criteri che l'Amministrazione regionale dovrà seguire per correggere il bando e rinnovare integralmente la procedura in maniera legittima".

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