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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Salento maglia nera per tumori al polmone. Attiva la rete di prevenzione

I vertici sanitari, gli enti locali e le istituzioni partono dai dati raccolti nel registro tumori per sottoscrivere un protocollo d'intesa. Molte le cause: emissioni degli stabilimenti industriali, fumo, esposizione al radon

LECCE – La provincia di Lecce conquista un triste primato per mortalità maschile legata al tumore polmonare. Una tendenza nota agli operatori del settore, ma confermata dai dati contenuti nel primo registro dei tumori regionale, elaborati dall’unità epidemiologica e statistica della Asl di Lecce.

Il confronto con le aree urbanizzate del centro nord è impietoso: l’eccesso di mortalità per neoplasie registra un picco, per il lungo periodo che va dal 2003 al 2006, nonostante il territorio sia caratterizzato da una ridotta presenza di insediamenti industriali a forte impatto ambientale.

L’analisi non esclude, però, l’incidenza sulla salubrità dell’ambiente - e quindi sullo stato di salute delle popolazioni - delle attività produttive leccesi, compresa quella agricola. Così come non ignora né le possibili ricadute negative delle emissioni prodotte dagli stabilimenti di Taranto e Brindisi (vedi l’acciaieria Ilva), né quelle legate al fenomeno criminale dello smaltimento illecito di rifiuti tossici.

L’incrocio tra i dati sanitari e quelli ambientali, alla ricerca dei possibili fattori di rischio, ha tenuto banco nel corso del convegno odierno organizzato dai vertici sanitari e dalle istituzioni, presso il museo provinciale “Sigismondo Castromediano”. L’incontro si è concluso con la firma di un protocollo d’intesa per la prevenzione oncologica firmato dal competente assessorato regionale, dalla Provincia di Lecce, dal Comune di Lecce, dalla Asl, Arpa Puglia, dall’università del Salento, dal Cnr Lecce e dall’Inail.

La rete di prevenzione è stata creata al fine di scambiarle singole informazioni raccolte dagli enti, considerato che i dati troppo spesso viaggiano in parallelo senza incrociarsi. Il passo successivo sarà l’attivazione di specifici interventi correttivi che poggino sull’individuazione certa dei fattori di rischio.

“La situazione è preoccupante – conferma il presidente della Provincia, Antonio Gabellone – e solo quando avremo messo a sistema molti dati che provengono da fonti diverse, come le rilevazioni dell’Arpa e della Asl e quelle dell’ufficio provinciale dell’ambiente, potremo ricomporre un quadro preciso dell’incidenza tumorale, così da intervenire per salvaguardare la qualità della vita nel Salento”.

Per il direttore di Arpa Puglia, Giorgio Assennato, è necessario collegare la rete di prevenzione con tutte le strutture assistenziali presenti sul territorio. “La criticità sanitaria, tutt’altro che semplice, esiste da quando abbiamo iniziato a monitorare la situazione, quindi già dagli anni ’80 – avvisa -. Ma le sorgenti di rischio ipotizzate sono numerose: dai grandi complessi industriali di Brindisi e Taranto fino al radon che ha una sua criticità ambientale nel Salento”.

Per quanto non sia ancora possibile stabilire una graduatoria tra le varie concause, Assennato ricorda che il panorama dei tumori polmonari è ancora indissolubilmente legato al fumo attivo e passivo di sigarette: “Impossibile negare il ruolo del tabacco, ma resta da dimostrare che nella provincia di Lecce ci sia un numero di fumatori nettamente maggiore rispetto al panorama regionale e nazionale”.

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