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Cronaca

Nel Salento raddoppia ogni anno il numero dei poveri: l'allarme di Caritas e Csvs

Illustrati i dati delle attività di assistenza, accoglienza e sostegno economico durante i sette anni del mandato pastorale dell'arcivescovo di Lecce

LECCE - Il numero delle persone in assoluto stato di bisogno è raddoppiato ogni anno dal 2009 ad oggi: si stima che in provincia di Lecce siano 70mila. Detto altrimenti, circa il 10 per cento della popolazione residente nel Salento non ha risorse sufficienti per comprare il cibo o per avere una dimora dignitosa o per ricorre a cure mediche. Una diretta conseguenza della crisi economica globale, i cui effetti peggiori si sono manifestati a metà percorso, resa ancora più pesante da una condizione occupazionale nel territorio salentino assai difficoltosa.

Caritas diocesana e Centro Servizi Volontariato Salento hanno fatto il punto della situazione in coincidenza con la conclusione del mandato pastorale dell'arcivescovo di Lecce, Domenico D'Ambrosio. Una sintesi di sette anni che conferma, ma allo stesso tempo dà una visione prospettica, i dati che ciclicamente sono stati forniti all'opinione pubblica.

Alle metà di agosto scorso sono stati 450 i pasti erogati in media dalle mense e dai punti ristoro (a Lecce e Squinzano), per un totale di 1milione e 230 mila coperti dal 2009. L'emporio della solidarietà di via Adua, nel capoluogo, dall'apertura nel giugno di due anni addietro ha assistito 1859 famiglie con quasi 130mila chilogrammi di alimenti distribuiti (nel 42 per cento si tratta di italiani). 

I due ambulatori diocesani hanno registrato circa 6mila 700 visite mediche: nella maggior parte dei casi (72 per cento) sono stati gli uomini a dover ricorrere alla cure mediche. La quota di italiani è comunque rilevante, pari al 16 per cento. Ci sono state poi in questi sette anni iniziative economiche dirette come il "prestito della speranza" che ha visto accogliere 133 domande di famiglie in difficoltà per quasi 850mila euro, le misure anticrisi finanziate dal 2014 dalla Caritas italiana con 150mila euro per circa tremila persone e il "microcredito di Sant'Oronzo" che in poco meno di due anni ha erogato 90mila euro per attivare sette attività lavorative per giovani tra i 18 e i 35 anni. 

Insomma una "macchina della carità", come l'ha definita, monsignor D'Ambrosio, che è stata "punta di diamante della nostra chiesa che ha caratterizzato questo settennio del mio servizio pastorale".

Il report è stato consegnato nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato don Attilio Mesagne,responsabile della Caritas diocesana, Luigi Russo, presidente del Csvs e Alessandro Delli Noci, assessore del Comune di Lecce in rappresentanza del sindaco.Il primo ha comunicato l'iniziativa in programma per lunedì prossimo - il Giubileo della solidarietà - con raduno alle 18.30 presso la Casa della Carità in Corte Gaetano Stella e la messa celebrata dall'arcivescono in cattedrale alle 18.30. All'iniziativa parteciperanno le associazioni laiche e religiose impegnate sul territorio. 

Don Attilio Mesagne ha sottolineato il dovere dell'accoglienza nei confronti di chiunque, al di là del credo religioso e dell'etnia: a tal proposito va ricordato che appartengono a 56 nazionalità diverse le persone assistite dai vari centri della Caritas. Per Luigi Russo le dimensioni della povertà nel Salento sono talmente evidenti che meriterebbero un interessamento molto più concreto da parte della classe politica mentre l'esponente del governo cittadino ha sottolineato la funzione di supplenza, in tema di welfare, da parte della Caritas e delle altre associazioni di volontariato auspicando per l'immediato futuro una colloborazione stringente, con riferimento, ad esempio, allo spreco alimentare. 

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