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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Campi Salentina

Salma rubata. Si segue la pista estorsiva, ma ancora nessuna richiesta

Quella della tentata estorsione rimane al momento la pista più accreditata nell'ambito delle indagini sul macabro episodio avvenuto lunedì notte. Gli inquirenti stanno studiando anche i casi analoghi in altre regioni italiane

CAMPI SALENTINA – Quella della tentata estorsione rimane al momento la pista più accreditata nell’ambito delle indagini sul macabro episodio avvenuto lunedì notte nel cimitero di Campi Salentina, dove è stata trafugata la salma di Mira Montinaro, una ragazza scomparsa il 16 giugno del 2000, a soli 27 anni (stroncata da un aneurisma), mentre si trovava a Milano, dove aveva appena terminato gli studi presso l'Università Bocconi.

Si tratta della figlia di Antonio Montinaro, imprenditore salentino, tra i titolari del consorzio “Monticava Group”, gestito assieme ai fratelli, cui fanno capo diverse note aziende locali. L’uomo è già stato ascoltato dagli inquirenti, ma la sua deposizione non avrebbe fornito elementi utili alle indagini. 

L’ipotesi più probabile, come detto, è che si tratti di una sorta di rapimento con finalità estorsive, anche se al momento nessuna richiesta è giunta ai familiari della ragazza. Nessuna ipotesi è comunque esclusa: potrebbe trattarsi, infatti, di un macabro avvertimento o di una vendetta nei confronti della famiglia d’imprenditori. A coordinare le indagini il sostituto procuratore della Repubblica di Lecce Giovanni Gagliotta, che ha aperto un fascicolo contro ignoti per violazione di sepolcro e sottrazione di cadavere.

I carabinieri della compagnia di Campi stanno passando al setaccio ogni più piccolo dettaglio, a cominciare dal modus operandi di chi ha agito senza lasciare alcuna traccia. Nessun elemento è, infatti, emerso dai rilievi eseguiti dagli uomini della scientifica.

Gli investigatori stanno anche analizzando i casi analoghi avvenuti negli ultimi anni in varie regioni (tra cui un tentato furto di salma accaduto una quindicina di giorni fa a San Marzano, in provincia di Taranto). Si scava, inoltre, anche nell’attività professionale del gruppo Montinaro, per capire chi eventualmente possa nascondersi dietro un gesto tanto macabro quanto eclatante. 

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