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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Presunti abusi al Lido Salapia di San Cataldo, due le condanne

Assoluzioni e prescrizione dei reati per gli altri quattro coinvolti nella vicenda nata da un sopralluogo della guardia costiera

LECCE – Termina con due condanne il processo a carico di cinque persone per i presunti illeciti commessi nella realizzazione del Lido Salapia, nella marina leccese di San Cataldo, la cui demolizione è terminata nel marzo del 2018.

I giudici della seconda sezione penale (presidente Cinzia Vergine) hanno inflitto due anni, con pena sospesa e non menzione, a carico di Giancarlo Pantaleo, responsabile dell’ufficio Demanio marittimo e di Pasquale (meglio noto come Lilino) Gorgoni, all’epoca dei fatti all’ufficio Patrimonio.

Gli stessi Pantaleo e Gorgoni sono stati assolti per altri capi d’imputazione, così come assolti sono stati Claudia Branca, all’epoca dei fatti dirigente del settore Lavori pubblici, Luigi Maniglio, oggi in pensione e in precedenza a capo del settore Pianificazione e sviluppo del territorio, Giancarlo Saracino, rappresentante legale della ditta Saracino srl e Fernando Maggiore, funzionario comunale e già presidente della cooperativa dei dipendenti di Palazzo Carafa che gestiva la struttura balneare. Non doversi a procedere, per tutti, in relazione a ulteriori accuse per intervenuta prescrizione.

Le accuse contestate a vario titolo erano di abuso d’ufficio, falsità materiale in atto pubblico, occupazione abusiva di spazio demaniale, abusivismo edilizio, falsità ideologica. La vicenda ebbe inizio nel 2013, quando lo stabilimento fu sequestrato dai militari della Guardia costiera. Per l’accusa, la procedura finalizzata al posizionamento dei sacchi di sabbia nello specchio antistante il lido per contenere l’erosione costiera e quindi scongiurare la perdita di spazio sarebbe stata illegittima, poiché zoppa della Via (valutazione di impatto ambientale) della Regione.

Questo tipo di intervento, sempre secondo l’accusa, avrebbe consentito alla cooperativa Dipendenti comunali di Lecce di poter usufruire meglio degli spazi (riposizionando diverse file di ombrelloni e altre strutture che l’erosione della costa e della sabbia aveva costretto a togliere). Sotto la lente era finita pure la concessione per undici mesi, dall’ottobre 2015 al settembre 2016, al Circolo della vela Marina di Lecce di un’area di oltre 2mila metri quadrati per il deposito e l’alaggio delle imbarcazioni per l’attività sportiva in cambio dei corrispettivi canoni e imposte.

Stando sempre alle indagini, alcune costruzioni, inoltre, sarebbero state realizzate abusivamente, come alcuni fabbricati, un pontile e un corridoio di lancio. Gli imputati erano difesi dagli avvocati Pasquale e Giuseppe Corleto, Andrea Sambati, Umberto Leo, Saverio Sticchi Damiani, Amilcare Tana, Andrea Conte.

Ora, a distanza di quattro anni, arriva la sentenza, con motivazioni che saranno depositate entro novanta giorni. Nel frattempo, è stato disposto anche il dissequestro dell’area.  

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