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Cronaca Litorale / Lungomare Cristoforo Colombo

Si accascia nel bar e muore. Era finito anche sulla Rai per un gesto generoso

È successo a San Cataldo. Vani i soccorsi. Dell'uomo, ambulante marocchino, si era parlato in tv e suoi giornali per aver restituito a un noto imprenditore un portafogli pieno di soldi, percorrendo 80 chilometri

LECCE – Un destino amaro, quello di Abderrazzak Idda, un uomo dal cuore generoso. Proprio il cuore l’ha tradito. Ha smesso di battere all’improvviso, ieri sera, mentre era a San Cataldo, marina di Lecce. E nessuno ha potuto fare nulla per salvarlo, nonostante i tentativi estremi di rianimarlo. Prima da parte dei gestori e del personale di un lido, poi dei sanitari del 118, che ci hanno provato a lungo. Quattro volte, con il defibrillatore. Ma nulla da fare.

L’uomo, 47enne, più noto come Abdul fra amici e conoscenti, era da diversi anni nel Salento. Abitava a Lizzanello ed era un commerciante ambulante. Nel 2016 la sua storia finì persino sulla Rai. Lo intervistò Francesca Fialdini, per Uno Mattina (qui il video, su RayPlay) e la notizia fu riportata anche su diversi quotidiani nazionali.

Abdul aveva trovato per strada un portafogli gonfio di soldi, che, nelle condizioni di un migrante costretto a inventarsi la vita giorno per giorno, avrebbero fatto senz’altro comodo. E, invece, si mise in auto e percorse 80 chilometri (fra andata e ritorno) per restituirlo al proprietario, dopo aver letto il nome sulla carta d’identità. Raggiunse Tuglie e lo consegnò al noto imprenditore salentino Carlo Merenda, che rimase profondamente colpito da quel gesto.

Un destino amaro, quello di Abdul, si diceva. Che ora nelle cronache ci ritorna, suo malgrado, per una morte che ha lasciato sgomenti i presenti che hanno assistito ai suoi ultimi istanti di vita, e chi lo conosceva e stimava.

Erano circa le 22. L’uomo, che a San Cataldo vi era arrivato con la sua Lancia Y, all’improvviso è entrato nel bar del Lido Turrisi per cercare aiuto. Era affaticato, si vedeva che stava male. Ha chiesto un bicchiere d’acqua con dello zucchero. Forse presagendo qualche crisi ipoglicemica, o un improvviso calo di pressione.  Nemmeno il tempo di sorseggiarlo, che è crollato per terra, davanti a clienti e dipendenti.

È stato subito richiesto soccorso e sul posto sono arrivati gli operatori del 118. Ma i tentativi di rianimazione avviati dal personale del bar del lido, e proseguiti con intensità di sanitari, sono risultati inutili. Nella marina leccese è poi giunto il medico che ha accertato il decesso per cause naturali.

A San Cataldo, poco dopo, sono sopraggiunti anche gli agenti delle volanti di polizia che sono riusciti a risalire alla sorella dell’uomo. A lei è spettato il triste compito del riconoscimento. Avvertito il pubblico ministero di turno, è stata disposta la restituzione della salma alla famiglia. Il corpo è stato trasferito presso la camera mortuaria dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce.

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