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Cronaca Melendugno

L'evasione, poi il mistero: i suoi documenti trovati a bordo di una barca affondata

Un detenuto turco, ai domiciliari presso i Missionari Comboniani, è riuscito a sfilare il braccialetto elettronico e a fuggire. Poi, il giallo: una barca inabissata all'imbocco di San Foca con la sua patente a bordo. Di lui, nessuna traccia

SAN FOCA – Una barca di circa 5 metri, con motore fuoribordo, semiaffondato davanti al porto di San Foca. Nessuno per ora sa a chi appartenga. All’interno, non ancora inghiottita dal mare, anche una sacca con telefono cellulare e una patente di guida. Nessuna traccia, però, nelle vicinanze, del titolare di quel documento. Vivo o morto che sia.

Sono soltanto alcuni degli elementi di un vero e proprio giallo, in cui molti sono anche i buchi da colmare. Che vi possa essere un cadavere in mare, è una circostanza da non escludere, ma chi sta indagando ed effettuando ricerche in queste ore, crede che l’uomo possa essere riuscito a rientrare sulla terraferma e che ora si nasconda da qualche parte. Già, perché la prima cosa che c’è da sapere di questa storia è che i documenti appartengono a tale Yavuz Yildiz.

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Di nazionalità turca, 44 anni, Yildiz è stato condannato a sei anni di reclusione per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. È stato uno dei tanti scafisti che in questi anni hanno traghettato migranti sulle sponde del Salento. E, al momento della sua scomparsa, stava scontando la pena ai domiciliari.

Insomma, scomparso lo è davvero. Di sicuro è evaso. Verrebbe da dire che dal mare era arrivato e via mare volesse scappare. In realtà, ci sono tanti tasselli da mettere al loro posto. Anche perché la barca sulla quale si presume che si trovasse al momento dell’affondamento, non avrebbe potuto andare molto lontano, specie con le correnti di questi giorni. E allora, una messinscena per far credere in un annegamento? Ipotesi magari remota, ma da tenere in considerazione con altre.  

La barca trovata questa mattina

La chiamata alla guardia costiera di Otranto, per segnalare la presenza di un natante per metà affondato, è arrivata questa mattina intorno alle 10. La barca era a breve distanza dall’imbocco. Ma quando esattamente sia accaduto l’incidente, non è chiaro. La guardia costiera, nel frattempo, ha disposto il recupero per il trasferimento nel porto e in soccorso per trainarlo sono intervenuti i finanzieri del reparto operativo navale.

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Dai documenti si è risaliti a un’identità, venendo a sapere che il turco stava scontando la pena presso la struttura dei Missionari Comboniani, in agro di Cavallino, sulla strada statale 16 che collega Lecce a Maglie. A quel punto si è cercato di fare maggiore luce. Ed ecco un altro degli aspetti che rendono particolare e, a suo modo, anche intrigante questa vicenda. Yildiz, infatti, aveva il braccialetto elettronico, che non ha inviato alle centrali operative delle forze dell’ordine alcun segnale. Insomma, da un lato lo cercavano in mare, dall’altro si riteneva che l’uomo fosse all’interno della struttura.

Sorpresa: il braccialetto nel suo alloggio

5b0cc51d-cc86-47e4-ae56-e466a4599c4e-2È stata inviata una volante di polizia per una verifica e il braccialetto è stato ritrovato, integro, nell’alloggio del 44enne. In qualche modo deve essere riuscito a sfilarlo dalla caviglia senza che fosse segnalata alcuna anomalia. Ed ecco un altro dei tanti aspetti sui quali si dovrà svolgere un approfondimento. A quanto pare, però, la fuga doveva essere stata pianificata, perché sembra che l’ospite avesse riferito in precedenza ai responsabili della struttura che oggi avrebbe saltato il pranzo, dovendo svolgere alcuni controlli sanitari.

Anche i carabinieri si sono attivati per il rintraccio, ma per il momento del 44enne nessuna notizia. E intanto le domande si sommano le une sulle altre. Come e quando sarebbe arrivato a San Foca, l’uomo,  prendendo possesso di una barca? Ha fatto tutto da solo o si è giovato di qualche aiuto dall’esterno? Per ora, uomini e mezzi della guardia costiera di Otranto, fra cui una motovedetta, continuano sondare le acque, con ricerche sotto costa, fra San Foca e San Cataldo.

Nel corso della mattinata, un velivolo della guardia di finanza partito da Bari per pattugliamenti ordinari, è stato anche fatto dirottare in zona per verificare dall’alto l’eventuale presenza di dispersi in mare. Finora, però, nessuna notizia. E resta ancora l’incertezza sulla proprietà dell’imbarcazione.   

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