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Cronaca

Fotovoltaico: stesse società, nuovi sequestri per un filone ormai inarrestabile

La Cassazione riconosce gli argomenti del Noe e ritornano i sigilli su un parco nella zona di San Donaci. Tutto questo mentre si chiudono inchieste anche a Lecce

SAN DONACI (brindisi) – Formalmente con le altre inchieste in corso questa vicenda non ha collegamento diretto, ma è inutile dire quanto colpiscano sia la ricorrenza dei nomi di alcune società, sia dei reati contestati.

I sigilli sono scattati oggi nelle campagne intorno a San Donaci, in località “Falli”, provincia di Brindisi, al confine con quella di Lecce. E a farli scattare sono stati ancora una volta i carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Lecce, diretti dal maggiore Nicola Candido. 

Il sequestro ha riguardato un parco fotovoltaico esteso su di una superficie di circa 20 ettari, costituito da sette impianti contigui di produzione di energia elettrica, ciascuno di potenza inferiore ad un megawatt.

Secondo gli investigatori dell’Arma specializzati in reati ambientali, solo formalmente gli impianti sarebbero appartenenti alle già citate sette diverse società, ma in realtà riconducibili ad un unico allestimento, frazionato in modo artificioso per eludere le normative di settore nazionali e regionali. Ovvero, l’identica contestazione svolta (fra le altre) nell’operazione “Black out”.

Il provvedimento ha avuto origine dal ricorso per Cassazione che aveva inoltrato la Procura della Repubblica di Brindisi contro il dissequestro degli impianti. Questi, infatti, erano già finiti nell’occhio del ciclone il 20 giugno del 2012, salvo poi essere disposto il dissequestro dal Tribunale del riesame. Era il  17 luglio dello stesso anno.

Ora, la suprema Corte ha riconosciuto la logicità degli argomenti sostenuti ed ha annullato con rinvio, rimettendo gli atti al Tribunale di Brindisi, che ha quindi confermato il provvedimento di sequestro emesso in origine dal giudice per le indagini preliminari.

Nello stesso tempo, come disposto dalla Procura, si provvederà a disconnettere  gli impianti dal collegamento alla rete elettrica con blocco della produzione di energia ed interruzione della corresponsione degli incentivi previsti dalla legislazione. Il valore complessivo dei beni sottoposti a sequestro è pari a circa 35 milioni di euro.

Dunque, un nuovo passo nelle varie inchieste aperte tanto a Brindisi, quanto a Lecce, dalle rispettive Procure.  Sempre in questi giorni il procuratore aggiunto Ennio Cillo ha disposto la chiusura delle indagini in merito ad altre cinque persone, per impianti a Nardò, Salice Salentino, Collepasso e Matino.

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