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Cronaca Sannicola

Ridotta come una schiava denuncia il patrigno: "Sette anni di violenze sessuali"

Vicenda choc da Sannicola. Un uomo di 52 anni arrestato dai carabinieri. La giovane fino a ieri non aveva mai trovato il coraggio di parlare, nemmeno con la madre. Il segreto mantenuto con violenze psicologiche di ogni genere, compresa l'esibizione di coltelli e cartucce: "Parla e ti uccido"

SANNICOLA – Per sette, lunghi anni sarebbe stata in balia del patrigno. Una storia di violenze sessuali ripetute, di prostrazione psicologica. E intimidazioni, se solo avesse osato parlare con qualcuno. L’orrore fra le mura domestiche, nella totale inconsapevolezza della madre.

Lei, la giovane vittima di questa storia (23 anni), ieri sera ha rotto un silenzio che sembrava dovesse durare in eterno e, in un lungo e angosciato racconto, s’è sfogata davanti ai carabinieri della stazione di Sannicola.

Al termine degli accertamenti, i militari dipendenti dalla compagnia di Gallipoli hanno quindi stretto le manette ai polsi di un agricoltore 52enne. Risponde di violenza sessuale aggravata e continuata, ma anche dell’altrettanto grave reato di riduzione in schiavitù.

La figlia della convivente del 52enne (di cui non forniamo le generalità per un minimo di tutela della giovane vittima), agli uomini dell’Arma ha raccontato di interminabili sevizie subite nel corso del tempo, anche di tipo psicologico.

Ovvero, le ripetute violenze sessuali sarebbero spesso state accompagnate da minacce. Quella più ricorrente: esibirle due cartucce da caccia, peraltro detenute in modo illecito. “Parla con qualcuno e queste le riservo a te…”, le avrebbe detto. Per impedire che la ragazza potesse comunicare con l’esterno, a intervalli regolari l’uomo le avrebbe anche sequestrato le sim card ed i cellulari. Tutti gesti che avrebbero prostrato la giovane a tal punto da rifiutarsi di svelare le atrocità subite sulla sua pelle. Persino la madre sarebbe stata tenuto all’oscuro di tutto.

A un carattere aggressivo, il 52enne avrebbe anche unito una forma di folle gelosia, riverberatasi nei confronti di qualche malcapitato fidanzatino che la giovane è comunque riuscita ad avere in questo tempo, tentando di condurre un’esistenza normale. Soprattutto l’attuale, sarebbe stato testimone, in più di un’occasione, di minacce e violenze varie. Addirittura, pur di non rischiare di essere pestata, al patrigno in una circostanza sarebbe stata obbligata a mentire, dicendo di essersi lasciata.

DSC02187-2-2Ma proprio il ragazzo, alla fine, ha permesso che lei si sciogliesse. E’ stato probabilmente il primo ad aver mai ascoltato di questa turpe vicenda, e l’ha spronata a correre senza indugiare in caserma, a denunciare tutto, immediatamente. Messa la madre a conoscenza dei fatti, ieri sera il passo più importante, quello che di lì a poco avrebbe posto la parola “fine” a un incubo a occhi aperti.

I militari, dopo aver visto la ragazza e averla fatta visitare da un medico (che ha attestato la presenza di ematomi sul volto compatibili con delle violenze fisiche subite) hanno subito proceduto ad una perquisizione domiciliare e personale, trovando sia le due cartucce da caccia di cui lei aveva ampiamente raccontato (erano addosso all’uomo), sia le sim card sottratte alla giovane, nonché un coltello.

L’arma, stando sempre al racconto della denunciante, sarebbe stata utilizzata in diverse occasioni per le consuete minacce. Il pm di turno, Donatina Buffelli, ha disposto l’immediato trasferimento in carcere. 

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