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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Scacco alle schede taroccate delle slot, sette indagati

La guardia di finanza sta ricercando e sequestrando schede elettroniche, installate sugli apparecchi e congegni da intrattenimento, che riproducono giochi illegali d'azzardo. In venti nei guai

LECCE - LECCE - Perquisizioni e sequestri nei confronti di oltre venti soggetti, tra produttori, gestori ed esercenti di videogiochi. Sette salentini risultano indagati per ricettazione, in quanto i responsabili non hanno saputo fornire la provenienza delle schede artefatte, ma anche per l'articolo 615 quinquies del codice penale: "Diffusione di programmi diretti a danneggiare o interrompere un sistema informatico". La norma, infatti, nello specifico, punisce chi "diffonde, comunica o consegna un programma informatico da lui stesso o da altri redatto, avente per scopo o per effetto il danneggiamento di un sistema informatico o telematico, dei dati o dei programmi in lui contenuti o ad esso pertinenti, ovvero l'interruzione totale o parziale, l'alterazione del suo funzionamento". Al centro dell'inchiesta della guardia di finanza di Lecce, le schede taroccate, quelle che in un modo o nell'altro consentono di fermare, in parte, il flusso di denaro che invece dovrebbe andare direttamente al Monopolio dello Stato.

Si tratta di Silvano De Leone e della moglie Annarita De Lorenzis, tutti e due di Racale. Il primo si occupava della commercializzazione delle schede, la donna risulta socia della Play one, società che opera nel settore, di Racale; Stefano De Lorenzis (commercializzazione anche lui) di Racale; Marco De Lorenzis, di Racale; Lorenzo Ferrari (socio Play one), di Racale; Matteo Cazzato, di Melissano (legale rappresentante della Play one); Donatello Rizzo, di Melissano, il tecnico, titolare della sua ditta, che produceva le schede "Lucky gold", ma stando a quanto accertato dalle fiamme gialle, anche taroccate.

Parte tutto da un ordinario controllo sulla strada della Guardia di finanza di metà agosto, alle porte di Lecce, quando i militari fermano un'auto e sequestrano una trentina di schede elettroniche assai particolari. Ma in tutto oggi se ne contano un centinaio di schede artefatte ad hoc sequestrate dalle fiamme gialle.

Intanto le due persone fermare in quella occasione, non seppero giustificare il motivo per cui ne erano in possesso di quelle schede, nonostante avessero un legame, come è risultato agli investigatori, con il mondo delle slot e dei video giochi. Ma da in poco più di un mese le schede fasulle sequestrate sono un centinaio, trovate dai finanzieri presso le abitazioni degli indagati durante le perquisizioni e nella sede dell'azienda del Basso Salento che commercia in questo settore.

Non avevano documenti di trasporto, alcune di queste schede non erano accompagnate dal nulla osta di distribuzione e apparivano manomesse. Da qui la guardia di finanza approfondisce e rimette tutto alla Procura di Lecce. Che attraverso il pm Carmen Ruggero dà il via alle perquisizioni, eseguite questa mattina dalle fiamme gialle, per buona parte nella provincia di Lecce e poi attività anche nelle provincia di Foggia e Bari.

Ma i finanzieri hanno anche richiesto ai Monopoli di Stato quali fossero le schede autorizzate, denominate le "Lucky gold plus", che erano stato prodotte a Melissano da uno degli indagati e che poi erano state installate nelle sale giochi di Manfredonia (3), Foggia (3), Corato (1), in provincia di Bari, a Carapelle (1), in provincia di Foggia. Così come le "Lucky gold plus" erano state installate nei bar e nelle sale giochi tra Lecce (1), Surbo (3), Martano (1) e Maglie (1).

Le schede venivano installate nelle New slot (https://www.aams.gov.it/?id=2013) video giochi autorizzati dal Monopolio di Stato, che garantiscono la vincita in denaro ma che allo stesso tempo devono essere collegate telematicamente all'amministrazione dei Monopoli. Ora, buona parte dell'illegalità, si gioca, è il caso di dire, nel "prelievo unico erariale", l'imposta che le macchine sono obbligate a pagare per ogni giocata, circa il 12 %.

E qui entrano in scena le schede taroccate, realizzate per consentire un flusso di comunicazioni ai monopoli della Stato quanto meno parziale rispetto alla comunicazione effettiva. In altre parole, le schede taroccate non trasmettano tutti i dati delle giocate, abbattendo così la base imponibile e un notevole risparmio sull'imposta del prelievo unico.

Ma le truffe che si nascondo dietro le slot sono principalmente tre: la manomissione delle schede per consentire un flusso parziale della percentuale di giocate all'amministrazione dei monopoli di stato. L'avvalersi delle schede cloni e non collegate alla rete e i video giochi muniti di telecomando che, all'occasione, vengono accesi e rispenti per consentire il cambio delle videate e quindi dei giochi non consentiti, d'azzardo come il poker, per sempio.

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