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Cronaca

Scacco alla banda dell'Audi, cinque arresti. Ammesso il colpo di Salice Salentino

Operazione degli agenti del commissariato di Ostuni, da tempo sulle tracce del sodalizio criminale che potrebbe essere responsabile di numerosi furti perpetrati in un territorio molto ampio che va dalla provincia di Lecce a quella di Taranto

BRINDISI – Scacco alla banda dell’Audi. Gli agenti del commissariato di Ostuni sono sicuri di aver messo le mani sui componenti di un sodalizio criminale che fino ai giorni scorsi ha imperversato tra tabaccherie, negozi e distributori di carburante mettendo a segno furti: minimo comun denominatore un’auto della casa tedesca di colore scuro e di grossa cilindrata.

Tra questi, quello ai danni della rivendita “Il sigaro”, in via Fontana Salice Salentino, presa di mira nella notte tra mercoledì e giovedì scorso: un colpo da non meno di 20mila euro. Sull’episodio gli inquirenti hanno ottenuto la confessione di uno dei cinque individui arrestati. E ulteriori indagini sono in corso rispetto ad altre incursioni, tra cui, solo per rimanere in provincia di Lecce, quella tra l’11 e il 12 ottobre a Copertino ai danni dell’attività commerciale “Zeropiù” e quella del 20 ottobre nel negozio "Go Go Junior Store" di Squinzano, in piazza Vittoria.

Nella serata di ieri sono stati arrestati Sebastiano Manni, 40 anni; Rocco Roma, 22 anni; Roberto Sgura, 27 anni; Marco Vitale, 25 anni; Lorenzo Zurlo, 47 anni.  Sono tutti originari di Brindisi, ma mentre l’ultimo è accusato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente e di detenzione illegale di arma da fuoco e ricettazione, per gli altri quattro, ritenuti i membri integranti la banda, la contestazione riguarda i reati di associazione a delinquere, furto e ricettazione, falsità materiale commessa dal privato e possesso ingiustificato di arnesi per lo scasso. Un 22enne, anch’egli di Brindisi, F.C., è stato denunciato a piede libero per favoreggiamento.

Armi, refurtiva, attrezzature: le foto

IL TERRORE DEI COMMERCIANTI

Erano diventati il terrore degli esercenti. E non si sapeva neanche bene chi sarebbe stato la prossima vittima: il gestore di un distributore di carburanti? Il titolare di un negozio d’abbigliamento? O magari il proprietario di una tabaccheria? Di solito, le bande che negli anni si sono susseguite con incursioni e “spaccate”, hanno sempre prediletto certi tipi di attività commerciali, quasi specializzandosi e imprimendo ai colpi una sorta di marchio di fabbrica.

Questo cambio repentino di tipologia, invece, fungeva quasi da diversivo, perché poneva indistintamente tutti a rischio, mettendo a dura prova anche le capacità organizzative delle forze dell'ordine, non sapendo bene quali obiettivi sensibili tenere sotto stretta sorveglianza.

E allora, davvero brillante si è rivelata l’operazione messa a segno dagli investigatori del commissariato di polizia di Ostuni, diretto da Gianni Albano. L’inchiesta è stata complessa e, di certo, sulla pista buona gli agenti si sono instradati quando hanno individuato quello che è apparso subito il possibile nascondiglio dell’auto usata per i furti, la famigerata Audi S6 station wagon nera.

Scovare questo veicolo in un capannone in disuso, ripensare a quanti furti fossero stati commessi nel tempo con un modello simile, ha fatto scattare un’osservazione presso vari stabili in contrada Iannuzzo (agro di Brindisi), delimitati da un'alta recinzione. Ed è così che verso la mezzanotte del 17 dicembre, i poliziotti hanno notato due autovetture con quattro persone a bordo che dopo aver percorso un viale di 200 metri, si sono fermate nei pressi di alcuni fabbricati, fra cui vi è il capannone dov’era stata fatta la scoperta qualche ora prima.

Gli agenti hanno notato i soggetti scendere dalle loro autovetture, introdursi nel capannone e, dopo una trentina di minuti, uscirne con l’Audi. I movimenti sono stati seguiti a distanza con veicoli civetta, fin quando – e qui la situazione s’è fatta scottante – gli agenti hanno appreso l’Audi era stata intercettata anche da una pattuglia di carabinieri all’altezza di San Donaci. I militari si sono messi all’inseguimento, ma l’auto è riuscita a dileguarsi in direzione di Brindisi. 

L'APPOSTAMENTO E GLI ARRESTI

Ora un passo indietro. Altri poliziotti, nel frattempo, nelle stesse ore hanno svolto accertamenti su un documento d’identità in una delle due autovetture lasciate parcheggiate nel piazzale davanti al nascondiglio dell’Audi, risalendo così all’abitazione di uno di uno dei presunti sodali della banda, nel rione Sant’Elia di Brindisi. E qui si sono diretti gli agenti, avendo il fondato sospetto che in quella zona potesse essere avvistata l’autovettura in fuga. Così è stato: intorno alle 4,20 circa del mattino, è stata vista da una certa distanza un’auto che per modello e colore sembrava compatibile con quella ricercata.

I poliziotti hanno anche tentato di pedinare l’Audi, ma invano. L’auto era stata parcheggiata in uno dei numerosi garage della zona, senza però ancora capire quale. Non per questo gli agenti hanno desistito. Si sono appostati con pazienza sia nel rione Sant’Elia, sia nei pressi del capannone di contrada Iannuzzo, per comprendere quali sarebbero state le prossime mosse.

Sono trascorse molte ore, si è fatto, giorno, è arrivato infine il primo pomeriggio e, intorno alle 15,30, davanti al capannone è giunta un’altra autovettura di piccola cilindrata. A bordo c’erano i quattro che la notte precedente erano saliti a bordo dell’Audi. Osservando sempre di soppiatto i loro movimenti, s’è visto così che dall’interno di un fabbricato che sorge nello stesso perimetro, hanno prelevato grosse buste di colore nero, adagiate sul terreno per eseguire un conteggio.

E’ stato a quel punto che i poliziotti hanno deciso di uscire allo scoperto. Hanno corso dei rischi, perché non sapevano se la banda avesse con sé armi e se fosse pronta a opporre resistenza, e nello stesso tempo entrare non era nemmeno semplice, considerando l’altezza consistente del recinto attorno alla zona, la presenza quattro cani di grossa taglia e trovandosi per giunta in aperta campagna, quindi con grosse difficoltà a non farsi notare. Ma hanno ritenuto che fosse comunque il momento adatto, essendo i quattro distratti nella conta. Hanno così fatto irruzione, bloccandoli. Vitale è stato anche lesto a scappare, ma nella foga è caduto per terra da solo e in un istante è stato neutralizzato.

Durante le perquisizioni sono state trovate e sequestrate sigarette in quantità (evidentemente, refurtiva) e un passamontagna. E’ poi scattata anche la ricerca dell’Audi nel rione Sant’Elia. Alla luce del giorno, i poliziotti hanno notato vistose chiazze di olio in prossimità della porta d’ingresso di un garage e alla fine, da queste, sono risaliti sia all’auto (che era in effetti all’interno), sia a chi avesse la disponibilità di quel box, il 22enne in seguito denunciato a piede libero per favoreggiamento personale.

L’auto aveva due targhe sovrapposte a quelle originali, davanti e dietro, che sono risultate ulteriormente contraffatte con nastro adesivo nero per modificare numeri e lettere. Nell’abitacolo c’era poi materiale usato di solito per eseguire le “spaccate” (passamontagna, guanti, piedi di porco, fiamma ossidrica ad acetilene munita di cannello ed altro ancora).

Una volta in commissariato, fra loro, Manni, ha reso spontaneamente una parziale confessione, ammettendo la propria responsabilità, ma con il solo Sgura (omettendo però volutamente di riferire i nomi degli altri due complici), in merito al furto di sigarette perpetrato nella tabaccheria di Salice Salentino, riconoscendo anche la paternità di altri tentativi di furti verso cui ora convergono le indagini.

IL CARICO DI DROGA PER IL BARATTO

Ma le sorprese non sono finite lì. Ancora un passo indietro a livello temporale. Intorno alle 16, mentre erano in corso le perquisizioni a carico dei quattro, nei pressi del capannone è arrivata un’altra autovettura condotta da Zurlo. Si è fermato davanti agli agenti, che erano in abiti civili, non realizzando subito chi potessero essere. Ma quando si sono palesati, ha tardito molto nervosismo.

Sottoposto a perquisizione personale e dell’auto, da dietro al sedile anteriore del lato di guida, ecco spuntare una busta di carta. Avvolgeva cinque panetti di hashish per oltre 500 grammi, droga probabilmente destinata allo spaccio. Con la sostanza sono stati sequestrati anche mille 895 euro in contanti, trovati nel portafogli custodito nel portaoggetti dell’abitacolo.

In casa sua, invece, gli agenti hanno scoovato un fucile da caccia e una carabina ad aria compressa. In particolare, quest’ultimo era custodito in una stanza da letto mentre il fucile semiautomatico calibro 12, nascosto nel terreno circostante, racchiuso in una busta di cellophane di colore nero e infilato in un tubo di plastica. S’ipotizza che Zurlo avesse un appuntamento con la banda, forse per uno scambio: hashish in cambio delle sigarette custodite da Manni, Roma, Sgura e Vitale.

I FURTI IN CUI COMPARE L'AUDI

E intanto, gli accertamenti proseguono. La banda è in odore di aver compiuto una vasta serie di colpi. Ovvero, quello del 19 ottobre presso un distributore di carburante Total Erg nel centro di Oria, in via Latiano, del 20 ottobre nel negozio “Go Go Junior Store” di Squinzano, quello tra l’11 e il 12 ottobre ai danni di “Zeropiù”, a Copertino, e ancora, un altro del 21 novembre in una tabaccheria di Palagiano, il fatto del 15 dicembre ne “Il Sigaro” di Salice Salentino, e, ancora freschi, del 17 dicembre (quindi giusto ieri) nella tabaccheria “Il Punto” di Torre Canne, in via Eroi del Mare e della stazione di servizio Esso sulla statale 379 Brindisi-Bari, all’altezza di Ostuni (per cui è scattato il citato inseguimento dei carabinieri). In tutti questi casi è stata sempre vista da testimoni o immortalata da telecamere un’Audi station wagon nera.

Il pm turno presso la Procura di Brindisi, Milto De Nozza, ha disposto per i quattro dell’Audi e l’uomo arrivato con il carico di droga, gli arresti presso la casa circondariale.

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