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Cronaca Otranto

Quindici migranti morti nella traversata, scafista arrestato tredici anni dopo

Arriva il momento per Hergis Mustafa, albanese di 32 anni, di saldare il conto per la giustizia. Arrestato a Bari dalla polizia di frontiere mentre sbarcava dalla Grecia. Pendeva un ordine di carcerazione. Nel 2000 sperò la polizia a poche miglia da Sant'Andrea. Le manovre provocarono una tragedia

BARI – Tredici anni dopo quei drammatici fatti, arriva il momento per Hergis Mustafa, albanese di 32 anni, di saldare il conto per la giustizia. L’uomo è stato arrestato questa mattina a Bari dalla polizia di frontiera. Stava sbarcano da una nave proveniente da Igoumenitsa, località greca. La notizia è stata ribattuta dall’Ansa.

Sul 32enne, identificato anche con nomi falsi, pende un ordine di carcerazione emesso nel 2011 dal Tribunale di Lecce. Deve espiare dodici anni e sei mesi di reclusione e pagare una multa di oltre 500 mila euro. E’ stato ritenuto colpevole, in concorso, di aver provocato la morte di una quindicina di migranti nelle acque del Canale d’Otranto, durante un tentativo di trasbordo avvenuto nella notte del 4 maggio 2000.

Una motovedetta della polizia intercettò all’epoca, nel pieno dell’Adriatico, un gommone oceanico carico di clandestini, diretto verso la costa. Il gommone, ricordano le cronache dell’epoca, sfidava le onde procedendo a tutta velocità e si trovava a poche miglia Sant'Andrea, marina divisa a metà fra Melendugno e Otranto.

Oltre al 32enne, c’erano altri quattro scafisti, quella notte, che misero in atto manovre spericolate per cercare di liberarsi della polizia. Le manovre furono così repentine, che un componente dell'equipaggio cadde in mare, mentre altri due, travolti dal cassero di guida, rimasero privi di sensi. Una trentina di migranti finirono a loro volta nelle acque, e di questi la metà perse la vita.

Le indagini furono coordinate dalla questura di Lecce. Hergis Mustafa, espulso dal territorio nazionale con l'obbligo di non fare rientro nei successivi cinque anni e in attesa di giudizio, venne scarcerato tre giorni dopo la cattura dandosi poi alla latitanza. 

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